Teramo. In uno scenario regionale fortemente colpito dalla congiuntura economica, le imprese agricole della provincia di Teramo danno dimostrazione di tenacia e resistenza.
Il comparto agricolo locale sembra, infatti, tener testa alla crisi facendo registrare la flessione inferiore nel numero di imprese rispetto a quella che ha riguardato le altre province abruzzesi.
Alla fine del 2010 le aziende agricole attive nel teramano sono 6.579, con una flessione di appena -0,7 per cento, rispetto all’anno precedente che ne contava 6.630. A Pescara, invece, le imprese attive passano da 4.899 unità del 2009 a 4.772 del 2010 segnando una flessione pari al -2,6 per cento, a Chieti passano da 15.828 a 15.258 segnando -3,6 per cento, mentre a L’Aquila, dove le imprese passano dalle 4.826 alle 4.504 unità, si registra il decremento maggiore che è pari a -6,6 per cento.
Questa la fotografia scattata dalla Coldiretti Teramo che ha elaborato gli ultimi dati diffusi da Infocamere. La fetta maggiore delle imprese agricole della provincia di Teramo, pari a 6.338, si occupa di coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi, mentre sono 180 le imprese dedite alla pesca e all’acquacoltura e 61 le imprese che si occupano di silvicoltura e utilizzo di aree forestali.
“La tenuta del numero di imprese agricole nel comprensorio teramano” commenta Raffaello Betti, direttore della Coldiretti Teramo “dimostra come il settore primario sia riuscito a far fronte a tempi difficili e anche a salvaguardare l’occupazione malgrado il calo dei redditi dovuto in particolare all’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, dei fertilizzanti e dei fitofarmaci”.