Sant’Egidio alla Vibrata. Doveva diventare una struttura ospedaliera, ma non ha mai visto la luce. Ora, l’edificio pensato e finanziati negli anni ’60, e ancora da completare, cerca ancora una sua precisa identità. Nell’Italia degli sprechi del passato, l’immobile che avrebbe dovuto ospitare, a Sant’Egidio, l’ospedale pubblico assomiglia ad un vecchio rudere recintato ed inutilizzato. Come dire, i fondi pubblici spesi per realizzare l’immobile esistente, a distanza di decenni sono ancora improduttivi.
Oltre 40 anni fa, infatti, fu ottenuto un finanziamento dall’ex Eca (Ente assistenza comunale), per approntare la costruzione di una struttura ospedaliera, dimensionata per le esigenze territoriali del tempo. In poche parole, fu seguito lo stesso iter del vicino ospedale di Sant’Omero, che al contrario fu ultimato e reso fruibile qualche anno più tardi. Per Sant’Egidio, invece, le cose hanno preso una piega decisamente diversa. Tra il Comune e la ditta che iniziò la costruzione dell’immobile, infatti, nacquero dei contenziosi, che in concreto ne impedirono l’ultimazione. All’inizio del 2000 la Asl ha sanato le vecchie pendenze e la struttura, dopo essere stata recintata e messa in sicurezza, è stata acquisita al patrimonio immobiliare dell’azienda sanitaria. Nel frattempo, a poca distanza dall’incompleto, ma già degradato palazzo, è stato costruito e aperto il distretto sanitario di Sant’Egidio, e per il vecchio ospedale non si sono materializzate le condizioni per una sua riconversione. Da qualche anno tra la Asl e il Comune è stato aperto un confronto per cedere la struttura di nuovo all’ente municipale, operazione questa ancora tutta da definire. Nel frattempo l’immobile presenta sempre la stessa brutta immagine e resta lì, a dimostrazione di come, in un certo periodo storico, siano stati dilapidati soldi pubblici.