Fallimento o commissariamento da parte della Regione. Queste le due ipotesi per il Cirsu emerse oggi in Regione nel corso di un incontro convocato dal dirigente ai rifiuti Franco Gerardini, al quale erano presenti anche i vertici del consorzio e della sua partecipata Sogesa.
Sembra dunque sempre più appeso ad un filo il destino del polo tecnologico di Grasciano. Nella riunione di questa mattina, servita per fare il punto della situazione dopo l’emergenza rifiuti della settimana scorsa, sia i vertici di Cirsu che quelli di Sogesa hanno ammesso il grave dissesto economico delle due società, entrambe senza alcun soldo in cassa. Una mancanza di liquidità che da lunedì potrebbe portare ad un nuovo blocco della raccolta, ha dichiarato l’ad di Sogesa Giovanni Marchetti, visto che l’impianto di Casoni presso il quale vengono trattati i rifiuti Cirsu potrebbe rifiutarsi di aprire i cancelli. Sempre secondo i vertici Sogesa il debito della società nei confronti della Deco, proprietaria del Tmb, ammonterebbe a circa 3,5 milioni di euro, e i comuni sarebbero in ritardo sul pagamento delle tranche del piano di rientro dal debito stilato in gennaio. Una situazione cupa, che potrebbe portare il Cirsu a chiedere la messa in liquidazione di Sogesa, e che potrebbe far saltare del tutto la costruzione della nuova discarica di Grasciano.
Nel corso dell’incontro Marchetti ha chiesto al dirigente regionale il commissariamento del Cirsu, ipotesi che Andrea Ziruolo, presidente di Cirsu, non ha rigettato a priori.
Incertezza anche per il fronte dei lavoratori, che si sono visti comunicare la chiusura degli impianti del polo (oggi aperti in parte) e l’avvio delle procedure per gli ammortizzatori sociali.