Il corpo dell’imprenditore teramano era stato rinvenuto ieri mattina nel sottopasso allagato all’altezza del casello autostradale Mosciano-Teramo, all’imbocco della Teramo Mare. L’uomo era di ritorno da Pescara quando, uscendo dall’autostrada A14, ha deciso di imboccare il sottopasso nonostante l’acqua fosse già ad un livello critico. A causa del fango, però, la sua Passat non ha superato il sottopasso ed è stata letteralmente inghiottita. La melma nell’acqua, che aveva raggiunto un livello superiore ai quattro metri, gli ha impedito di venire fuori dal muro d’acqua, nonostante fosse riuscito a scendere dal mezzo.
L’autopsia ha smentito, dunque, le indiscrezioni, che lo volevano vivo fino all’13.30 circa di mercoledì.
Il collaudo del sottopasso e la segnaletica posizionata dall’Anas a impedimento del transito verso il tunnel dove è morto annegato Pietro Di Sabatino sono, infatti, al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Teramo. Il sostituto procuratore Davide Rosati ha incaricato il nucleo di polizia giudiziaria della Polstrada di Teramo di acquisire tutta la documentazione relativa alla realizzazione del cavalcavia del raccordo alla statale 80 Teramo-Giulianova dove si è verificata la tragedia. In particolare, il magistrato vuole chiarire gli aspetti progettuali, se sono state eseguite tutte le prove tecniche al completamento e soprattutto se sono state sottoposte a collaudo le due pompe di sollevamento presenti e che in queste ore sono sotto accusa per malfunzionamento. Sull’incidente che ha provocato il decesso del noto gallerista di 75 anni, la Procura vuole capire se la segnaletica fosse visibile e chiara e se ci fossero, in uscita dal casello autostradale di Giulianova-Mosciano dell’A14 barriere di sicurezza a chiusura del senso di marcia verso il tunnel. Si tratta di dettagli utili a spiegare come Pietro Di Sabatino, la notte tra mercoledì e giovedì, ventiquattro ore dopo l’allagamento, abbia potuto imboccare per errore la strada che conduce al sottopasso.
I funerali di Pietro Di Sabatino Rizziero saranno celebrati domani, alle ore 15, nella Cattedrale di Teramo. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Cartecchio.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che oggi ha partecipato a Silvi al convegno “Un solo interesse da difendere: l’Abruzzo” organizzato dalla Fondazione della Libertà.
“Il personale Anas” ha spiegato il ministro dopo aver letto il rapporto della società stradale su questo episodio “avrebbe messo la segnaletica verticale necessaria e altra segnaletica sarebbe stata sistemata anche dalla Società autostrade. Inoltre a 100 metri dal sottopasso, dall’altra parte, c’erano i vigili del fuoco e la protezione civile che stavano operando. Se è vero tutto questo, l’uomo deceduto ha avuto doppia, tripla sfortuna perché c’era a pochi metri chi poteva salvarlo”. Il ministro ha assicurato che “sono in corso le verifiche sull’eventuale causa di malfunzionamento dell’impianto di sollevamento delle acque, realizzato 5 anni fa e non 30 anni fa. Se ci sono responsabilità saranno accertate”. Matteoli ha inoltre aggiunto che quando accadono disgrazie di questo genere “per prima cosa vanno dati tutti i soccorsi e poi si possono cercare le responsabilità, ma bisogna anche tenere conto di come è fatto il nostro Paese”.