Teramo. Si contano i danni il giorno dopo il terribile nubifragio che ha ieri messo in ginocchio l’intera provincia di Teramo. Lo stato di massima allerta arriva dagli agricoltori: secondo la Coldiretti Teramo i danni, ancora in fase di quantificazione, lasciano presagire un’annata ancora più difficile per un’agricoltura già sofferente.
Le piogge incessanti hanno reso inaccessibili molte strade poderali e, oltre ai danni diretti alle coltivazioni, si sono verificati smottamenti e stravolgimenti alla conformazione dei terreni agricoli. Le segnalazioni degli imprenditori, impegnati a salvare il salvabile, sono state numerose e, secondo un primo monitoraggio dell’organizzazione agricola, sono andati sott’acqua centinaia di ettari di terreno. “Si tratta di un andamento meteorologico anomalo” spiega il direttore Raffaello Betti “a causa soprattutto del prolungarsi delle piogge che hanno bloccato numerosi lavori nei campi dell’hinterland teramano e provocato danni perché i terreni non riescono a riassorbire le ingenti quantità d’acqua caduta senza sosta. È dunque necessario che gli enti preposti e le varie istituzioni, d’accordo con le organizzazioni sindacali agricole abbiano piena consapevolezza di quanto è avvenuto in questi ultimi giorni contribuendo a risollevare un comparto già fortemente provato dalla sfavorevole congiuntura economica”.
E grande preoccupazione c’è anche tra i commercianti, gli operatori turistici e gli imprenditori della costa teramana. “La situazione è molto pesante” dicono il presidente provinciale di Confesercenti Antonio Topitti ed il direttore provinciale Flaminio Lombi. “Ci sono decine di aziende commerciali e turistiche pesantemente colpite, alcune per il momento impossibilitate a riprendere l’attività”. Per questo la Confesercenti provinciale ha deciso di rinviare l’assemblea prevista per domani a Roseto e di attivare le tre sedi presenti sul territorio per una linea diretta con le imprese.
“Molte attività di questa provincia sono seriamente danneggiate e faremo tutto ciò che è possibile perché gli imprenditori possano riprendere il loro lavoro”. I numeri di telefono della linea diretta sono a Teramo 0861410342, per la costa nord a Tortoreto 0861788653, per la costa sud a Pineto 3290899082.
Un “quadro apocalittico” lo descrive poi il Pd provinciale che ritiene indispensabile “una forte ed immediata iniziativa di tutti gli attori politici ed istituzionali per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e per la rapida attivazione di aiuti da parte dello Stato e della Regione Abruzzo: gli Enti Locali, già massacrati dai tagli alla finanza locale, non possono essere lasciati soli a fronteggiare un’emergenza di queste proporzioni”.
Il Gruppo consiliare del Pd ha, dunque, chiesto al presidente Valter Catarra la convocazione di una riunione della Conferenza dei Sindaci ed una seduta straordinaria del Consiglio Provinciale per deliberare la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità.
“Al di là della gestione dell’emergenza” aggiungono il segretario provinciale Robert Verrocchio e il capogruppo provinciale Ernino D’Agostino “torna in primo piano, di fronte all’ennesima dimostrazione della fragilità del nostro sistema idrogeologico, l’esigenza di realizzare un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, che deve diventare la priorità nella programmazione degli interventi e delle risorse”.
Duro il commento dei consiglieri regionali Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca. “La Protezione Civile regionale è intervenuta solo a tarda notte per prevenire l’eccezionale alluvione nel teramano. Durante il question time di ieri” ricorda Ruffini, “avevo avvisato l’assessore Giuliante del pericolo che incombeva, ma ancora a tarda notte ho dovuto telefonare perchè si rilevava palesemente l’assenza della macchina della protezione civile regionale. Solo dopo c’è stato un fattivo intervento. Il ritardo delle istituzioni in questa tragedia è stato evidente soprattutto quello della Protezione Civile. Nonostante ci fosse l’allerta meteo dalle prime ore del pomeriggio non ci si è preparati in tempo ad affrontare l’emergenza lasciando i Comuni ed i sindaci in piena solitudine”.
Il giorno dopo la conta dei danni è pesante ed il bilancio seppur provvisorio impietoso: oltre mille frane (una ogni chilometro), ponti crollati o in pericolo di crollo, sottopassi sulla costa allegati, centinaia di automobili alluvionate, fiumi allagati, laghi esondati, zone industriali ed attività produttive messe in ginocchio, edifici pubblici inagibili e scuole chiuse in diversi Comuni. L’intera viabilità provinciale è a pezzi.
“Meno male che non c’è scappato il morto come nell’ascolano” dicono Di Luca e Ruffini. “Ora Chiodi si ricordi di essere il presidente della Regione teramano eletto anche grazie ai voti dei teramani e chieda subito lo stato di calamità insieme alla Regione Marche che già si è attivata. Ci auguriamo che Chiodi prenda l’esempio dal Presidente della Regione Veneto, che all’indomani della grande alluvione che colpì la sua regione minacciò addirittura lo sciopero fiscale se non fossero arrivati subito i soldi dal Governo. I Comuni ed i sindaci non possono essere lasciati da soli a gestire l’alluvione. Con i bilanci che si ritrovano sarebbe impossibile per loro far fronte a tale emergenza. Le nostre alluvioni non possono essere sempre povere, mentre quelle del nord ricche. Ruffini e Di Luca hanno inoltre chiesto a Giuliante di incontrare urgentemente le comunità locali per raccogliere tutti gli elementi necessari per supportare la richiesta dello stato di calamità”.
E pare che due incontri siano previsti proprio per domani. L’assessore regionale Giuliante, infatti, dovrebbe incontrare gli amministratori locali prima a Teramo, alle ore 12 nella Sala del Mutilato, dove Catarra ha convocatoi sindaci della provincia e l’intera giunta, poi a Giulianova, alle ore 16 nel Centro socio-culturale dell’Annunziata, dove si terrà un summit con i sindaci delle località costiere per fare il punto sulla situazione. Questo pomeriggio, invece, alle ore 15.30 in Provincia, si terrà una riunione con i vertici dell’Arpa convocata dall’assessore Romandini per individuare i nuovi percorsi di alcune linee di autobus, tenuto conto che vi sono numerose strade provinciali non praticabili.
Sindaci Val Vibrata chiedono sostegno. In attesa di quantificare i danni dei privati cittadini e, per far fronte agli interventi di ripristino e messa in sicurezza delle infrastrutture e del sistema viario, per i quali occorrono risorse ed interventi legislativi straordinari, l’Unione di Comuni Val Vibrata sta appunto provvedendo a chiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello Stato di emergenza sul suo territorio mentre, a Governo ed a Regione Abruzzo, inoltrerà una richiesta per l’assegnazione di adeguate risorse finanziarie al fine di fronteggiare le spese.
Critici gli ambientalisti. In una nota a firma di Giulianova Marsili, responsabile della Task Force Ambientale, sottolinea che in “prossimità degli argini del Vibrata e del Salinello, tutte zone a rischio idrogeologico, negli ultimi anni sono sorte diverse costruzioni. In queste ore” aggiunge Marsili, “ i torrenti si sono ripresi le zone che gli appartengono e le responsabilità di quanto accaduto sono dell’uomo”. Critiche piovono sull’amministrazione comunale di Alba Adriatica, relativamente al fatto che non sarebbero stati investiti 500mila euro per la messa in sicurezza di contrada Molino, interessata in questa ora da una frana e da allagamenti. Nel frattempo, le associazioni che aderiscono al coordinamento degli ambientalisti, hanno già preannunciato l’invio di una serie di atti in procura per una serie di edificazione realizzate in zone a rischio.