Cologna e il caso dello chalet sul mare: ecco il tentativo di ripascimento

Tiene ancora banco a Cologna Spiaggia la vicenda dello chalet costruito praticamente sul mare. Nel tentativo di recuperare quei 25 metri fronte mare che mancano per avere tutte le carte in regola per ultimare i lavori alla struttura (le opere sono state bloccate dalle autorità da un paio di settimane) i proprietari della concessione hanno iniziato un intervento di ripascimento.

Un bobcat spinge la ghiaia verso il mare cercando di “recuperare terreno”. Lavori per la verità iniziati poco prima della mareggiata ammucchiando attorno al manufatto ghiaia e sabbia, in parte spazzate vie dalle correnti di Grecale.

I lavori sono ripresi in mattinata. Per qualcuno un tentativo risibile di creare quello spazio antistante lo chalet per dimostrare che in fondo tutte le autorizzazioni sono in regola. Sulla carta non c’è stata alcuna violazione. Sulla carta però. Perché poi c’è chi ha dimenticato di aggiornare la documentazione, soprattutto gli atti relativi alla nuova linea di costa.

Il mare negli anni ha inghiottito decine di metri di arenile e il progetto, almeno relativamente alla linea di costa, andava aggiornato, presentando i documenti sia all’Ufficio tecnico del Comune di Roseto, sia alla Sovrintendenza ai Beni Ambientali dell’Aquila.

Una “dimenticanza” che però proprio l’Ufficio tecnico avrebbe dovuto verificare. Perché è noto da almeno 10 anni che lungo quel tratto di spiaggia colognese, il fenomeno dell’erosione è piuttosto accentuato. E a nulla sono valsi i tentativi di ripascimento morbido finanziati dalla Regione con opere realizzate nel nell’aprile del 2010 e di fatto spazzate via alla prima mareggiata, nel successivo mese di giugno.

Quasi 300mila metri cubi di sabbia cancellati. Figurarsi ora se qualche metro cubo di ghiaia piazzato dinanzi a questa struttura possa risolvere il problema dei 25 metri da recuperare per avere le carte in regola.

Ed è strano poi che la Sovrintendenza ai Beni Ambientali così rigida dinanzi a richieste di privati per l’abbattimento di un pino pericolante o di una semplice pigna (ironicamente parlando) abbia autorizzando la costruzione di una struttura praticamente sul mare.

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