Gestione deficitaria del controllo del carcere teramano. A denunciare l’immobilismo del provveditore regionale è il Sappe che, in una nota, condanna la mancanza di iniziative necessarie per rendere meno pesante il lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria che con un personale insufficiente e sottoposto a continuo stress psicofisico, senza risorse economiche e con mezzi inadeguati, continua a sorreggere l’istituzione carceraria.
Una situazione che sta portando alla paralisi delle attività, visto che l’organico di 172 unità, su una pianta organica che ne dovrebbe contare ben 215, è costretto a rinunciare al riposo settimanale e alle ferie, arrivando addirittura ad aver accumulato qualcosa come 14.200 giornate di ferie ad oggi. Il Sappe aveva già proposto un progetto di ricollocazione delle circa trenta unità in servizio al PRAP,organizzando un polo ospedaliero detentivo regionale all’ospedale civile di Pescara che, da un lato eliminerebbe tantissime criticità legate ai servizi di piantonamento dei vari istituti abruzzesi con recupero tangibile di tantissime unità e drastica riduzione di costi e da altro lato garantirebbe a quel personale di permanere nella sede di Pescara.
“Evidentemente”, scrive il segretario provinciale, Giuseppe Pallini, “al Provveditore interessa altro, sicuramente non i risparmi e la buona gestione e sicuramente non il benessere e la sicurezza del personale e dei luoghi di lavoro. Queste tre unità ad esempio in questo delicatissimo momento di sofferenza potrebbero dare manforte e un po’ di respiro alle donne e agli uomini del carcere teramano che ogni giorno si vedono costretti a rinunciare al riposo settimanale e alle ferie per garantire l’ordine e la sicurezza interna”.
Il Sappe, inoltre, annuncia di stare preparando un dossier a riguardo da inviare alla Corte dei Conti.