E’ con l’accusa di abuso d’ufficio per l’ex direttore dell’Ater di Teramo Lucio Di Timoteo e per l’ex amministratore unico dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale Marco Pierangeli che il pm Davide Rosati chiude, a distanza di quasi due anni dall’avvio delle indagini, l’inchiesta aperta sull’affidamento di tutta una serie di lavori da parte dell’Ater di Teramo.
Ma non solo. Perché a Di Timoteo la Procura contesta anche l’accusa di falso, per aver dichiarato in due casi che la relativa perizia giustificativa fosse allegata al verbale di somma urgenza mentre in realtà non sarebbe stata presente.
L’inchiesta, avviata nel 2014, riguarda l’affidamento di tutta una serie di lavori ad una ditta di cui era titolare un parente di Di Timoteo.
Sotto accusa, in particolare, tutta una serie di determine di liquidazione ed affidamenti dei lavori in somma urgenza sottoscritte dall’ex direttore dell’Ater, che per la Procura oltre a non astenersi in presenza di un interesse di un parente, le avrebbe firmate in violazione di tutta una serie di norme, e alcuni mandati di pagamento che sarebbero stati indebitamente firmati nonostante il mancato rispetto delle procedure amministrative.
Da qui l’accusa di abuso d’ufficio. Abuso d’ufficio che viene contestato anche a Pierangeli, che deve rispondere di aver sottoscritto, anche lui in violazione di tutta una serie di norme, un provvedimento di liquidazione di 43mila euro procurando un ingiusto profitto alla ditta in questione.