Teramo. Una protesta contro il governo, per i “vergognosi tagli che ancora continua ad attuare nonostante i solenni impegni assunti sul fronte sicurezza, a danno sia dei cittadini che dei poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco”. E’ quella portata in piazza questa mattina in tutto il territorio nazionale dai rappresentanti delle forze di polizia del comparto sicurezza.
“L’attuale esecutivo” si legge nella nota del Siulp, il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia “non solo ha tagliato di diversi miliardi di euro le risorse per garantire l’efficienza del complesso apparato di ordine e sicurezza pubblica, ma ha anche ritirato un emendamento, necessario per salvaguardare, dal primo gennaio 2011, le indennità specifiche per i servizi di polizia, cioè per pagare il personale impiegato nel contrasto al crimine. Come a dire, non potranno più essere garantite le pattuglie, già scarse, che oggi si vedono in provincia di Teramo. E intanto i delinquenti vagano pericolosamente in città”. Il sindacato lamenta poi l’intenzione, da parte del governo, di cancellare, a partire dal 1 gennaio, l’indennità pensionabile, gli avanzamenti di carriera, gli scatti di anzianità, gli assegni di funzione, ritardando il pensionamento di una classe di lavoratori la cui età media è al di sopra dei 46 anni, bloccando le assunzioni, quindi il necessario ringiovanimento degli uffici. “Sembra un disegno finalizzato ad annichilire e ad annullare la forte ed efficiente azione degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine che, a prescindere da chi governa, rimane leale allo stato e si adopera in ogni modo per garantire la sicurezza dei cittadini”.
Il Siulp di Teramo, tuttavia, oggi ha deciso di non scendere in piazza, “per evitare di sguarnire gli uffici di polizia del già ridotto organico e in un periodo prefestivo che avrebbe generato problematiche per i servizi da rendere alla popolazione. Con lo stesso senso di responsabilità appoggiamo, convinti, la protesta e saremo pronti per i prossimi appuntamenti a cui sarà massiccia la nostra partecipazione se il governo non dovesse tornare indietro sui suoi passi”.