Parte da una 50enne teramana, Adriana Conte, la class action di non vedenti che hanno comunque dovuto pagare il canone Rai.
La donna si è rivolta all’Agitalia per tutelare i propri interessi. Come spiega l’associazione, la 50enne è affetta sin dalla nascita da cecità totale ed invalida civile al 100%.
Entro il 16 maggio, la Legge di Stabilità prevedeva la necessità per il cittadino di inviare la richiesta di esenzione dal canone Rai per chi ne avesse diritto. La signora Conte, coadiuvata dal suo amministratore di sostegno, dopo una serie di ricerche sul sito dell’Azienda televisiva ha scoperto che l’Azienda pubblica televisiva avrebbe dimenticato di prevedere una esenzione specifica dal pagamento del canone per i telespettatori non vedenti.
Secondo il racconto dell’associazione, quando l’amministratore ha chiamato il numero verde dell’Azienda per chiedere spiegazioni, si sarebbe sentito rispondere che la Rai non aveva previsto l’esenzione per i diversamente abili “non vedenti” in quanto gli stessi avrebbero potuto comunque ascoltare l’audio delle trasmissioni nei programmi e ciò avrebbe “garantito” la possibilità per il soggetto di usufruire, anche se parzialmente, del servizio pubblico.
L’Associazione sta per questo predisponendo un’azione collettiva nazionale per richiedere all’azienda televisiva pubblica non solo l’esenzione dal canone 2016, ma anche la restituzione delle somme eventualmente versate nei precedenti anni ed un risarcimento di tremila euro in favore di ogni soggetto diversamente abile che comprovi la propria invalidità.