Sant’Egidio. False assunzioni, sulla carta prodotte da ignari datori di lavoro, in alcuni casi indigenti, per poter ottenere il permesso di soggiorno a beneficio di cittadini extracomunitari, di varie nazionalità. Il tutto dietro il probabile pagamento di onorari, per ciascuna pratica, tra i 7mila e i 10 mila euro.
Il filone delle fase regolarizzazioni di immigrati si arricchisce di un nuovo filone d’inchiesta. I carabinieri della stazione di Sant’Egidio (diretti dal maresciallo Mario De Nicola), in collaborazione con il nucleo ispettorato del lavoro (guidati dal maresciallo Vincenzo Maselli), hanno denunciato due consulenti del lavoro residenti a Civitella del Tronto, titolari di studi professionali sia a Sant’Egidio che a Teramo. I due sono (F.A. di 60 anni e R.D.E. di 61) sono indagati per concorso in falso ideologico e favoreggiamento all’immigrazione clandestina. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Bruno Auriemma, sta facendo luce su circa 100 casi di cittadini extracomunitari per i quali erano stati chiesti, ed ottenuti al ministero degli Interni, i nulla-osta per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Nelle ultime ore i carabinieri, dietro delega della procura, hanno fatto delle perquisizioni nei due studi commerciali, dove hanno acquisito una corposa documentazione utile per far luce sull’ennesimo caso di false regolarizzazioni di stranieri in Italia, che in passato aveva prodotto inchieste simili a Sant’Egidio e nelle quali erano stati coinvolti gli stessi consulenti del lavoro. La pratica seguita dai due consulenti, secondo quanto emerso dall’inchiesta, era sempre la solita. Gli extracomunitari venivano regolarizzati, in Italia, con dei falsi contratti di lavoro (come operai generici o domestici) all’insaputa dei fittizi datori di lavoro, che erano all’oscuro di tutto. In alcune delle carte esaminate dai carabinieri, sono emerse delle assunzioni (fittizie, ma utili per ottenere il permesso di soggiorno) effettuate da persone indigenti. Lo stesso discorso dicasi per gli extracomunitari che alimentavano il giro di false regolarizzazioni, alcuni dei quali hanno dichiarato di non sapere che tipo di lavoro avrebbero dovuto svolgere. Le richieste per l’ottenimento del permesso di soggiorno, finite nel mirino degli inquirenti, sono un centinaio, 26 delle quali sono state già dichiarate false, mentre per le altre pratiche bisognerà attendere gli sviluppi dell’inchiesta, che poi potrebbe produrre ulteriori effetti. Per le 26 istanze fasulle, è stata già avanzata, alla questura di Teramo, la revoca dei permessi di soggiorno ottenuti dagli stranieri.