Convento Mosciano: botta e risposta tra il padre provinciale ed il comitato cittadino

convento_moscianoMosciano. La chiusura del convento di SS. Sette Fratelli a Mosciano continua ad essere motivo di polemica. In una nota, il ministro provinciale dei Frati Minori padre Carlo Serri punta il dito contro il comitato “pro convento”, costituitosi subito dopo la diffusione della notizia del trasferimento di padre Carmine Serpetti, colonna portante del convento moscianese.

“ Il Comitato” scrive padre Carlo “non ha ricevuto alcuna delega o mandato, né dai Frati Minori, né da  Padre Carmine, né dalla parrocchia. In considerazione di possibili sospetti di millantato credito, puntualizziamo che i membri di questo Comitato non rappresentano né i frati francescani, né il convento, né la parrocchia, ma solo se stessi e le loro idee, che non vogliamo giudicare in alcun modo”.

Il ministro provinciale spiega poi che padre Carmine “ha chiesto, a voce e per iscritto, tre mesi di tempo per sistemare le sue cose prima di lasciare il convento di Mosciano. Tale permesso gli è stato accordato, anche in considerazione delle sue cattive condizioni di salute”. Sulla forte opposizione del Comitato alla partenza del frate, padre Carlo specifica che “il nostro confratello è maggiorenne (ha 68 anni), è capace di intendere e di volere e non ha bisogno di tutori. Meno ancora ha bisogno di Comitati che gli spieghino quali impegni ha assunto dinanzi a Dio in virtù della professione religiosa. Riteniamo, dunque, che egli sia perfettamente in grado di decidere da solo quel che deve fare, secondo i dettami della sua intelligenza e della sua coscienza, e di assumersi le relative responsabilità”.

Sul “dopo padre Carmine”, poi, aggiunge che “i fedeli frequentano con assiduità la chiesa. Costatiamo che la stragrande maggioranza dei fedeli manifesta stima e gratitudine per il ministero sacerdotale di don Marco Trivisonne. Lodiamo il Signore perché ci sono tanti fedeli che sanno distinguere la fede cristiana dalle vicende personali. Preghiamo perché, moderati i toni e le passioni, torniamo tutti a occuparci del Vangelo e della vita spirituale. La carità fraterna possa guidare i nostri pensieri e ci doni capacità di perdono e riconciliazione”.

convento_4A queste parole è seguita subito la dura replica del Comitato pro-convento. “Il comitato è sorto spontaneamente” spiegano “per difendere la millenaria storia e le tradizioni del popolo moscianese. Esso rappresenta le esigenze e la cultura di un’intera popolazione e non ha bisogno del benestare né di padre Carmine né dei Frati Francescani né del parroco e né del sindaco. I dubbi di millantato credito il comitato li rinvia al mittente ,che si adopera continuamente a stravolgere la verità dei frati senza prima informarsi. C’è purtroppo ancora gente che parla solo perché ha la bocca e pretende di poter esercitare a ruota libera il suo potere”.

Sulla concessione dei tre mesi a padre Carmine, il comitato resta fermo nella sua convinzione: “la firma per l’accordo gli è stata estorta con violenza almeno psicologica. Quello che ci stupisce è che finalmente il padre provinciale si sia accorto dello stato di salute di padre Carmine”.

Lo stesso Comitato, inoltre, “non intende farsi tutore di Padre Carmine, il quale sa decidere secondo la sua coscienza. Vuole, però, sottolineare che la presenza centenaria e benefica dei Francescani non deve venir meno perché è parte integrante della popolazione”.

Il Comitato si dice, dunque, “rammaricato e scandalizzato per la prolungata aggressione subita dal religioso da parte dei Ministri ai quali Francesco d’Assisi raccomandava amore e rispetto verso tutti i frati e li ammoniva di non farli mai piangere. Tutto è avvenuto in nome della santa obbedienza e della virtù dell’umiltà.

Sul nuovo parroco, don Marco, il parere è altrettanto duro: “che i fedeli frequentino assiduamente la Chiesa è merito di chi ha lavorato con difficoltà, sacrificio, dedizione, amore. E questo è Padre Carmine, non don Marco, che raccoglie i frutti altrui e lo può fare solo perché padre Carmine ha scongiurato il Comitato convincendolo a permettergli l’ingresso in chiesa”.

E, infine, una richiesta: “chiediamo al Ministro Provinciale di preoccuparsi non tanto di padre Carmine che, con sofferta dedizione e gioia, ci ha insegnato a vivere il Vangelo, ma di quel frate abruzzese che ha scritto il Lessico Erotico Inglese Italiano in quattro volumi di circa duemila pagine complessive.

L’autore lo definisce libro di letture, manuale di studio e strumento di consultazione, frutto di molti anni di ricerca sul campo, utile sia agli specialisti e ai cultori della lingua inglese che alle persone di cultura e agli appassionati del lessico erotico in generale. Sarà pure un’opera scientifica, ma se scritta da un Frate sacerdote è solo un opera che altamente scandalizza, per la conoscenza di termini e particolari cosi intimi che sfuggono alla maggior parte della gente. Ciò che è più preoccupante e scandaloso, risulta che questo Frate si presenta come Riformatore della Provincia d’Abruzzo, primo fautore della chiusura dei conventi e consigliere del Padre Provinciale, imposto dal Ministro Generale”.

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