Stato di agitazione confermato e richiesta immediata di un tavolo istituzionale in Provincia. I giornalisti di Teleponte, assieme al direttore responsabile Roberto Almonti, alla Cgil e all’Assostampa, il sindacato di categoria, sono preoccupati per la situazione che ha investito nelle ultime settimane, ma forse è più giusto dire da diversi mesi, la storica emittente televisiva teramana.
In mattinata vertice tra le parti, a cui hanno partecipato l’amministratore delegato Mario Schintu e il presidente onorario Aldo Di Francesco. Una riunione che è servita a ribadire le difficoltà che Teleponte sta attraversando e lo stato di agitazione proclamato dal personale, tecnici e giornalisti già dallo scorso 30 aprile ma di cui è stata data notizia solo ora.
Da alcuni giorni l’emittente teramana, che aveva acquisito una visibilità regionale appoggiandosi al provider Tvq per avere a disposizione il canale 15 ed ottenere così una visibilità regionale, è oscurata. Canone non pagato, bollette dell’Enel non saldate e mensilità non versate ai dipendenti, tecnici e giornalisti che continuano a lavorare in registrata e a garantire l’informazione attraverso il sito teleponte.it astenendosi dai servizi audio e video.
Cgil e Assostampa, dopo la riunione con la proprietà e l’amministratore delegato, hanno reso noto un comunicato. Intanto si va ad una richiesta ufficiale per l’istituzione di un tavolo istituzionale in Provincia. Redazione e sindacati attendono, come da impegno assunto dalla proprietà, il pagamento entro martedì prossimo di due delle 4 mensilità arretrate e un piano aziendale che dia garanzie rispetto alla salvaguardia dei livelli occupazionali. “Permane la preoccupazione”, si legge nella nota dei sindacati, “per quella che è, da oltre 30 anni una delle realtà giornalistiche più significative della provincia e della regione. Un luogo che ha raccontato e dato voce alle storie dei cittadini, alle vicende sociali e politiche, alla cultura, allo sport, all’associazionismo”.
Dunque ci si si muove per salvare Teleponte. Sperando che non sia troppo tardi. E pensare che non più di due anni fa ci fu chi sollevò delle perplessità sulla gestione di Teleponte da parte della proprietà.