Teramo. Calano i servizi, aumenta la protesta. La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo è stata teatro questa mattina di una protesta messa in atto dagli studenti e promossa dall’Udu (Unione degli Universitari). Le ragioni della contestazione stanno negli indiscriminati tagli ai servizi essenziali per la vita universitaria, come la biblioteca, le aule informatiche e linguistiche.
“Non è accettabile” dichiara Ivan Lovecchio, responsabile Udu “che la biblioteca resti aperta fino alle ore 17 ed il venerdì chiuda addirittura alle ore 13. In questo modo vengono a mancare gli spazi e viene negata la possibilità di consultare testi importanti. Insomma, si cancella così il diritto allo studio costituzionalmente riconosciuto”. E tutto questo per mancanza di personale e, quindi, di fondi. “Sappiamo bene” continua Lovecchio “che la situazione è difficile in tutti gli Atenei italiani, ma noi chiediamo un intervento non tanto dei vertici dell’Università di Teramo, quanto del Consiglio Comunale”.
La mancanza dei fondi, infatti, è determinata, oltre che dalla Legge Tremonti, anche dai mancati trasferimenti da parte del Comune: 75mila euro che potrebbero risollevare le sorti dell’Ateneo e consentire il ripristino dei servizi fondamentali, con l’assunzione del personale per il servizio bibliotecario, ad esempio, da effettuare attraverso progetti come il servizio civile o le borse lavoro.
Un tempo c’erano le famose 150 ore, che consentivano agli studenti di svolgere un tirocinio a fronte di un compenso. “Ora queste ore sono state drasticamente dimezzate” spiega una studentessa.
Quella di oggi è stata definita una “protesta espressiva”, messa in atto proprio nella settimana della cultura, che si celebra su tutto il territorio nazionale.
“E’ un’Università allo stallo” aggiunge Lovecchio. “Basti pensare che ci sono talmente pochi soldi che quest’anno non è stata stampata nemmeno la Guida dello Studente, con evidenti disagi per le matricole, evidenziati tra l’altro nel drastico calo delle iscrizioni”.
L’Udu Teramo, in sostanza, non chiede nulla di stratosferico, se non il ripristino dei servizi essenziali alla vita universitaria: la riapertura delle biblioteche fino alle ore 19.30 (orario in vigore fino a qualche mese fa) e la predisposizione di sale studio nei locali inutilizzati del Rettorato, con apertura sette giorni su sette e fino alle ore 22. E soprattutto, chiede che il Comune di Teramo predisponga il ripristino dei finanziamenti.
Un accenno, infine, alla situazione in cui versano le Facoltà di Scienze Politiche e Scienze della Comunicazione: nel primo caso, l’avvio delle lezioni è stato rinviato al 25 ottobre (era previsto per il 4 ottobre), a causa dello sciopero al quale hanno aderito i docenti.
Scienze della Comunicazione, invece, sembra essere un fantasma nel marasma universitario: nessuna traccia dell’orario delle lezioni. Al momento, la Facoltà dei futuri comunicatori non è pervenuta.
Marina Serra