Continua il botta e risposta tra le due organizzazioni di Protezione Civile, la Cives di Teramo e la Gran Sasso d’Italia di Mosciano, per la compresenza delle rispettive sedi distanti solo qualche centinaio di metri nella zona della Gammarana a Teramo, avallata dall’amministrazione comunale aprutina che non ha considerato affatto le possibili conseguenze di questa scelta.
A rispondere alla presa di posizione dei vertici della Cives è in un post pubblicato su Facebook, è Alessandro Lellii che invita i nuovi eletti nel consiglio direttivo Cives di confrontarsi insieme “nei giusti ambiti e riprendere un dialogo che ha avuto il suo apice un anno fa, quando i VPC Gran Sasso d’Italia hanno offerto ai volontari Cives la partecipazione al corso AIB di 2° livello organizzato presso la sede ex-Cisi a Mosciano Stazione”.
“Tutto questo chiasso messo in piedi dai quadri dirigenti della Cives di Teramo verso i VPC Gran Sasso d’Italia e la neonata Sezione di Teramo, costituita da venti teramani doc”, scrive Lellii, “mi lascia sbalordito, ma non insensibile. I Volontari Protezione Civile Gran Sasso d’Italia rappresentano la nuova era del volontariato importato in provincia di Teramo . Dal 1990 anno in cui la attuale Sezione di Mosciano è nata , molte sono state le idee, i sogni, gli errori, le ripartenze fino a febbraio 2014, quando insieme ad Alba Adriatica, Notaresco e Castilenti abbiamo dato impulso alla nascita di questa nuova realtà territoriale, incoraggiata dalla Protezione Civile regionale come razionalizzazione del mondo no-profit. Attualmente i Volontari Protezione Civile Gran Sasso d’Italia sono composti da nove sezioni (Civitella del Tronto-Alba Adriatica-Mosciano S.A.-Bellante-Crognaleto-Teramo-Colleranesco-Notaresco-Castilenti Val Fino) per una disponibilità di circa 200 volontari e 20 mezzi che si attivano all’occorrenza, senza benché minima idea di “fagocitare” altre realtà (come chiestomi testualmente da un giornalista oggi), il Consiglio Direttivo Generale è espressione di tutte le Sezioni e che mi onoro di presiedere.
La sede ex-Cisi di Mosciano Stazione, semplicemente è stato il risultato di un impegno per disporre di una sede comune alle Sezioni, posta in un nodo viario importante del centro Italia, con possibilità di interventi rapidi in direzione Bologna-Bari e verso Roma.
Devo dire che in questi venticinque anni, personalmente mi è capitato di affrontare momenti impegnativi come in questi giorni, ma con i principi che mi hanno sempre ispirato, maturati nel mondo del volontariato ormai 40 anni fa e che tutt’ora mi guidano e che cerco di trasmettere e condividere. Oggi le cose sono cambiate, gli scenari e le esigenze, la valorizzazione delle risorse umane volontarie e anche il futuro del no-profit passerà attraverso la progettazione europea, gli accordi di partenariato, delle esperienze condivise, invece si continuano ad erigere muri,come in questa vicenda nel segno della territorialità senza considerare la Teramanità dei volontari Cives e dei volontari della Sezione di Teramo-Gran Sasso d’Italia.
Purtroppo, per fortuna anzi no, per scelta!!!, molte vicende date in pasto alla stampa sono inesistenti, ma sono maturate nella mente di chi ha rifiutato un incontro, quando questa vicenda era in embrione, quando mi sono offerto per una mediazione affinché si potesse riaprire un dialogo tra tre/quattro ex soci Cives e la dirigenza stessa, quando mi sono sentito un diniego perentorio e apparentemente inspiegabile. Sono stati tirati in ballo responsabili regionali della Protezione Civile, cui qualcuno si è rivolto per esprimere “risentimenti”, è stato tirato in ballo chi non ha competenza su queste nostre vicende associative, se si volevano informazioni dettagliate bisognava rivolgersi a chi gestisce l’Elenco Territoriale Regionale della Protezione Civile. Tornando alla territorialità evocata, il problema siamo noi VPC Gran Sasso con la Sezione di Teramo, senza pensare che altre realtà di protezione civile volontarie sono presenti a Teramo e iscritte nell’elenco territoriale e quello centrale ( CRI, ANPAS, ANA. ANC, UNITALSI), come nelle altre città capoluogo abruzzesi.
Sono convinto che il futuro associativo passerà attraverso l’inclusione, le relazioni e le reti che sapremo sviluppare nel terzo settore con alla base i sani principi del volontariato cui molti sbandierano, ma non praticano.
La Cives grande realtà associativa con disponibilità di mezzi attrezzature, sede, volontari formati non ha nulla da temere”.