Teramo, Olocausto: lezione negazionista all’Università. Scoppia la polemica

claudio_moffaTeramo. Claudio Moffa, ordinario di Scienze politiche all’Università di Teramo, finisce nelle bufera per una lezione sull’Olocausto e sulle tesi negazioniste. Le polemiche investono l’Ateneo teramano, e di riflesso il professore universitario, dopo la pubblicazione dei video choc della lezione su Repubblica.it (video tra le altre cose già scaricabile sul sito web dello stesso Moffa).

 

L’ora e mezza di lezione, ripresa con una telecamera, risolleva la questione del negazionismo, ovvero la contestazione che ci siano stati i campi di sterminio e i 6 milioni di ebrei morti. La lezione “contestata” è quella del 25 settembre, nell’aula 12 della facoltà di Scienze politiche, quando Moffa tiene l’ultima lezione del master “Enrico Mattei in vicino e medio Oriente”. Il titolo della lezione, infatti, non lascia spazio a tanti dubbi: “Il tema-tabù del mondo accademico, la questione della ‘Shoah’, della difesa del suo dogma da parte della Inquisizione del III millennio, e del suo uso politico nel complesso contesto della ‘guerra infinità del Vicino Oriente”.Per Moffa c’è un legame tra la Shoah e la guerra in Medio Oriente. Parla di uno “sfruttamento dell’Olocausto”, avvenuto “a fini politici ed economici”.Durante la lezione il docente mette in discussione anche il racconto di Shlomo Venezia, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. “Non c’è alcun documento di Hitler che dicesse di ‘sterminare tutti gli ebrei'”, dice Moffa, parlando agli studenti dell’università abruzzese. Moffa punta anche al dato dei sei milioni di ebrei sterminati, un “numero con una valenza cabalistica. Non si capisce perché lo si debba sempre ripetere”. Una cifra ufficiale, dice Moffa, “ormai ampiamente messa in discussione”.Duro il giudizio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: “Mettere in dubbio o negare la Shoah significa offendere la Memoria delle vittime. Invito queste persone a visitare lo Yad Vashem e a studiare la documentazione”. Nel frattempo, dall’Università fanno sapere che saranno adottati provvedimenti. Non è la prima volta che lezioni di questo tipo, a Teramo, generano polemiche. Tre anni fa a Teramo ci furono degli scontri in piazza, in occasione di una lezione sul negazionismo, a cura del professore francese Robert Faurisson, invitato ad un Master dallo stesso Moffa.

Claudio Ruffini (fiduciario Anpi Teramo): “Parole di Moffa di assoluta gravità”. “L’Olocausto è una realtà indiscutibile, testimoniata da “oceani” di saggi, scrittori, storici, fino alle testimonianze dirette dei sopravvissuti. Non vi è Stato democratico o istituzione internazionale”, scrive in una nota il fiduciario dell’associazione partigiani, “ che si sia mai sognato di negare uno degli accadimenti più tragici della recente storia dell’umanità. Moffa ha deciso di passare alla storia come tra i pochi che si allineano con le posizioni dell’Iran di Ahamedinejad, di cui tra l’altro nel suo blog dice di essere un estimatore. Negando l’Olocausto si mina invece la democrazia occidentale e si crea un clima di tensione che mette in discussione persino le ragioni stesse della nascita dello Stato di Israele. Credo che il prof. Moffa cerchi solo visibilità personale e per il suo Master. Una pubblicità che non fa onore all’Università degli studi Teramo e ad una Provincia di Teramo insignita dal Presidente Ciampi di una medaglia al valor civile per la resistenza contro i nazifascisti” aggiunge Ruffini.

Rivolgo un appello al Rettore e al Senato Accademico, dice Ruffini, affinché il prof. Moffa si astenga dal creare un caso mediatico danneggiando il prestigio e la storia del nostro Ateneo. Non chiediamo la sua espulsione, ma soltanto che si attenga alla didattica prevista dal Master sul Medio Oriente”.

Per Costantino Di Sante, storico dell’Anpi Teramo “ le parole del prof. Moffa ci indignano come associazione partigiana perché pronunciate all’interno dell’Ateneo di una regione nella quale il fascismo attivò ben quindici campi di internamento. In diverse di queste strutture, oltre ad antifascisti e partigiani, vi furono rinchiusi centinaia di ebrei. Molti di essi furono deportati e sterminati ad Auschwitz. Il prof. Moffa, offende la loro memoria  e la storia personale di tanti partigiani e patrioti d’Abruzzo che li aiutarono, a rischio della propria vita, a sfuggire alla persecuzione dei nazifascisti”.

Marco Forconi (Forza Nuova) esprime invece solidarietà al professor Claudio Moffa. “Risulta incredibile che in Italia”, dice Forconi, “ così come in Germania ed altre nazioni dove vige una concezione del tutto particolare della libertà di pensiero, esprimere o dissentire su certe posizioni può risultare un fatto penalmente punibile con anni di carcere mentre l’eccidio dell’inerme popolo palestinese ad opera delle milizie israeliane rientra in una normalissima casistica di guerra dove, fra l’altro, non esiste proporzionalità fra attacco e difesa. Mi auguro che un giorno, non troppo lontano, possa definitivamente cadere questo tabù sull’Olocausto ed iniziare un lento e graduale percorso di riconoscimento di fonti alternative in merito a tale tema”.

Giovani Idv: “Sanzionare chi assolve il nazismo”. “Sono inaccettabili le affermazioni di Moffa” afferma Giampiero Riccardo, Coordinatore Regionale Giovani IDV Abruzzo. “Gli atenei dovrebbero sanzionare in modo esemplare questi docenti che con le loro bizzarre teorie rischiano d’inficiare le capacità ed il senso critico degli studenti”, chiosa Emanuele Mancinelli, dirigente nazionale Giovani IDV che aggiunge: “qui non si tratta di garantire la libertà di pensiero che è un pilastro della nostra Costituzione, siamo piuttosto davanti ad un docente che postula teorie complottistiche senza alcuna ratio storica. Gli ebrei sono morti in Germania per mano dei nazisti tedeschi e purtroppo in un certo momento storico anche con la complicità dei fascisti italiani. Inutile prendere le misure delle camere a gas per confutarne la funzione”.

Il commento di Moreno Fieni, Coordinatore gruppo “Prospettiva Studentesca”. “Tira una brutta aria in Europa. È come una corrente meteorologica che si muove sul vecchio continente, turbando le coscienze dei vari stati, di chi li governa e di chi li abita. Nel nome di una sballata idea di libertà di espressione si passa dall’incitamento all’odio razziale, da parte del leader del Partito della Libertà, l’olandese Geert Wilders, all’ira di Sarkozy contro i Rom cacciati dalla grandeur d’oltralpe. In Italia potevamo forse non farci contagiare da questo male? La nostra proverbiale esterofilia ci spinge a peggiorare il peggiorabile, et voilà ci ritroviamo con la scuola di Adro allestita con simboli di partito di celtica ascendenza e con lezioni di negazionismo all’università di Teramo. Il professor Moffa ci ha riprovato e questa volta a quanto pare con successo. Dopo aver inutilmente tentato di portare Faurisson a Teramo, in un’ora e mezza di lezione ha negato che ci sia stato l’olocausto, chi lo ha vissuto ed è riuscito a sopravvivere per testimoniare, ha negato cifre e usato le stesse per dire che le camere a gas non servirono all’orrendo massacro, ha addirittura affermato di un business della Shoah per scopi politici ed economici. Posizioni da fare invidia ad Ahamedinejad, posizioni da far accapponare la pelle, posizioni inaccettabili per uno stato democratico e civile. La sofferenza inflitta ad un’intera popolazione, il vero e proprio genocidio messo in atto, la durezza dell’odio razziale, sono ferite ancora aperte nella nostra società. Invito chiunque avesse qualche dubbio in materia a leggere Primo Levi, piuttosto che Anna Frank o Shlomo Venezia, da ogni prospettiva quel momento storico apparirà terrificante, atroce e vivido nella mente di ognuno di noi.

Occorre stigmatizzare tali comportamenti, soprattutto quando si verificano in simili consessi, di fronte cioè a chi sta formando la propria persona, studenti, che devono essere i primi ad indignarsi per quanto espresso dal docente. Occorre anche sensibilizzare la pubblica opinione su quanto accaduto, perché non si dimentichi quanto è facile mistificare la realtà, perché è giusto che ci sia una memoria storica collettiva che non può essere imbrattata da simili dichiarazioni. Esprimo personale e profonda solidarietà alla comunità Ebraica, alla comunità Rom ed a tutte quelle persone che hanno pagato un altissimo tributo alla logica scellerata dell’olocausto.  Nel frattempo, Wilders è stato messo alla sbarra in Olanda per le sue dichiarazioni, credo che sarebbe un ateneo onorevole quello che prendesse provvedimenti nei confronti del professore, un paese edotto e civile quello che ne condannasse le affermazioni”.

 

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