“Al presidente della Provincia di Teramo” ha detto Di Paolo “è stato chiesto di convocare le parti firmatarie e, insieme, condividere le azioni successive. Purtroppo mi spiace dire oggi che la Provincia è rimasta insensibile a questo appello”.
Un comportamento giudicato “inusuale” dal Presidente Di Paolo. “Pur conoscendo i dati della crisi, le situazioni delle aziende, il numero di quanti hanno perso il posto di lavoro, la Provincia non ha inteso ancora convocare le parti per iniziare un confronto e cercare insieme di condividere l’obiettivo di realizzare sui temi del lavoro concrete convergenze per crescita, la competitività e l’occupazione. Questa è la dimostrazione di come oggi la politica sia distante dalla realtà”.
E i dati sciorinati da Di Paolo dimostrano come il periodo difficile non sia affatto passato. Tessile/abbigliamento, pelli e cuoio legno/mobile e manufatti in cemento sono i settori in cui si hanno le difficoltà maggiori, con uniche eccezioni i comparti in cui si investe in innovazione. E anche sul fronte occupazione i numeri sono spaventosi perché se diminuiscono le ore di cassa integrazione ordinaria (-2.123.686), aumentano in maniera esponenziale le ore di cassa integrazione straordinaria (+ 5.267.299). “Questo vuol dire” ha sottolineato il presidente “che le situazioni di crisi temporanee si sono trasformate in crisi stabilizzate, con evidenti ripercussioni sul piano occupazionale”. Anche l’utilizzo della cassa integrazione in deroga ha avuto un incremento importante, passando da 80.877 nel 2009 a 591.590 del 2010.
Il tasso di disoccupazione è fermo intorno all’8% mentre il tasso di occupazione gravita intorno al 56% circa, e c’è stata una riduzione delle esportazioni del 28,2% rispetto al 2009. Inoltre l’imposta Irap, più alta in Abruzzo rispetto alle regioni limitrofe a causa del peso della spesa sanitaria, aggrava ancora di più le difficoltà delle imprese locali.
Di Paolo, dunque, non nasconde una certa preoccupazione. “Se non si interviene con politiche industriali mirate” ha aggiunto il Presidente “la nostra provincia corre seriamente il rischio di una deindustrializzazione. Il sistema delle imprese soffre per la congiuntura negativa che sta attraversando l’Italia, ma le nostre imprese provinciali soffrono ancora di più. Le motivazioni sono note a tutti e Confindustria le ripete da anni: la scarsa competitività di alcune imprese che impiegano in maniera rilevante la manodopera; la scarsa propensione delle imprese di piccole dimensioni alla ricerca ed alla innovazione; la mancanza di spirito di aggregazione da parte delle imprese; la concorrenza internazionale sempre più agguerrita e incisiva; la difficoltà di accesso al credito a costi competitivi”.
Ma nonostante non ci sia da stare allegri, ci sono anche spiragli di luce che lasciano ben sperare come la creazione del polo di innovazione del comparto agroalimentare, primo in Abruzzo, sul quale Confindustria Teramo ha puntato molto. “Se la società consortile riuscirà, come speriamo vivamente, ad aggiudicarsi il Bando regionale “ conclude Di Paolo “sicuramente avremo una ricaduta positiva nella direzione della ricerca e dell’innovazione, non solo per le imprese maggiormente strutturate, ma soprattutto per le piccole e piccolissime. Mi auguro che il Polo di Innovazione possa essere un modello per la crescita delle nostre imprese anche in altri settori”.