Torna a farsi sentire con forza Alfonso Marcozzi, presidente dell’Api, l’associazione delle piccole e medie industrie di Teramo che, in una lettera aperta, chiede spiegazioni sulle anomalie riscontrate nella Camera di Commercio di Teramo.
Il problema principale riguarda l’ineleggibilità di due componenti della Giunta, Giandomenico Di Sante e Gloriano Lanciotti, che continuerebbero ad occupare gli incarichi per il quarto mandato, nonostante ci siano già tre sentenze del Tar di Lombardia, Campania e Calabria e un ordinanza del Consiglio di Stato che si sono espresse sull’illegalità di questa lunga permanenza.
Già più volte in passato l’Api Teramo aveva richiesto pareri sulla legittimità di questa scelta, preoccupandosi anche della eventuale nullità degli atti deliberati dal Consiglio senza ricevere però risposte definitive. Ma al contrario, nonostante le decisioni su questioni analoghe espresse già dagli organi competenti in altre Camere di Commercio italiane, l’ente camerale teramano fa sapere di aver incaricato un legale di fiducia per redigere un parere “pro-veritate” sulla questione. Ed è questo il secondo aspetto che all’Api proprio non scende giù.
“La determina dell’incarico” fa sapere Marcozzi, “ha dei grossi problemi di illegittimità contabile visto che non contiene l’importo di spesa né tanto meno la copertura finanziaria”.
Inoltre, secondo quanto previsto dalla normativa, visto che sulla questione si era già espresso il Tar e il Consiglio di Stato, che sulla questione non c’era alcun carattere di urgenza dato che più di un anno l’Api aveva chiesto numi in proposito e che non c’è stata alcuna procedura comparativa per il conferimento dell’incarico per il quale manca ogni riferimento all’importo, l’associazione ha deciso di presentare la documentazione alla Corte dei Conti regionale per verificare che tutto sia stato fatto secondo le disposizioni di legge.
Inoltre, non da ultimo, l’Api chiede cosa si sta facendo in merito alla possibile unificazione degli enti camerali di Teramo e L’Aquila, temendo che, dopo la ricostruzione della sede a seguito del sisma, si possa procedere alla costruzione di una nuova sede, sebbene Terao ne abbia una sua perfettamente funzionante.
“Continueremo a sollecitare gli organi competenti”, ha detto Marcozzi, “affinché chiariscano la situazione ed a responsabilizzare gli imprenditori presenti all’interno del Consiglio Camerale perché prendano contezza, finalmente, delle loro responsabilità. Bisogna chiudere una partita che è prolungata fin troppo”.