Il servizio, che può contare su otto punti di prelievo sul territorio provinciale ha ottenuto, nei tre anni di applicazione, ottimi risultati sia in termini di semplificazione delle procedure che di contrasto al fenomeno delle catture “in nero” che sfuggono alla profilassi sanitaria.
L’attività di sorveglianza epidemiologica attuata attraverso l’esame dei campioni prelevati da capi abbattuti è ritenuto essenziale, infatti, per la lotta alle malattie e per la riduzione del rischio dell’insorgenza e diffusione di molte patologie, in particolare della trichinellosi, parassita particolarmente grave per l’uomo.
Le carni prelevate dai sanitari negli appositi “macelli pubblici” vengono poi analizzate dall’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise “Caporale”.
“Per questo servizio” spiega Rasicci “la Provincia versa alla Asl 3700 euro l’anno; una cifra quasi simbolica che non copre certo i costi effettivamente sostenuti dall’azienda sanitaria per effettuare il prelievo e il controllo delle carni. Alla Asl e all’Istituto, quindi, vanno i nostri ringraziamenti per la sensibilità e la collaborazione dimostrata per questa operazione di prevenzione e profilassi. Oltre al manager della Asl, Mario Molinari, vanno citati per il loro impegno il direttore del Dipartimento di prevenzione, Vincenzo de Santis e la dottoressa Rossella Lelli dello Zooprofilattico”.