Teramo. Ora non ci sono più dubbi, la Regione Abruzzo sembra aver chiarito l’arcano: il regolamento relativo alla caccia al cinghiale spetta alla Provincia, non agli Atc, gli ambiti territoriali di caccia. Il “caso” era scoppiato nei giorni scorsi, quando alcuni Atc (Vomano e Salinello) e associazioni venatorie (Arci Caccia, Anuu, Federcaccia, Ital Caccia e Libera Caccia) avevano rivendicato a mezzo stampa il diritto a regolamentare la caccia al cinghiale, muovendo una serie di accuse all’assessore provinciale Antonio Di Michele, “reo” di non aver “passato le competenze della caccia al cinghiale agli Atc”.
Essendoci dei dubbi in materia di interpretazione della legge regionale, come spiegato oggi in conferenza stampa, la Provincia di Teramo aveva chiesto chiarimenti alla stessa avvocatura regionale, che ha risposto al quesito interpretativo lo scorso 28 agosto. E la risposta è chiara: “la competenza regolamentare è prerogativa di Regione e Province, mentre agli Atc spettano solo competenze gestionali, di ricognizione e di programmazione degli interventi di miglioramento ambientale”.
“La Regione ha avvalorato la nostra tesi” ha detto il presidente Valter Catarra. “Ritengo che in democrazia il confronto e la divergenza siano vitali, ma in questo caso credo che si sia passato il segno. Confermo la stima e la massima fiducia nell’operato dell’assessore Di Michele”.
Gli Atc, dunque, non possono per legge emanare alcun regolamento in materia di caccia. “Noi non vogliamo rivendicare alcuna proprietà” ha aggiunto l’assessore Di Michele “siamo pronti al confronto, come sempre. D’altra parte il regolamento della caccia al cinghiale è frutto di un lungo lavoro portato avanti con gli stessi cacciatori”.
Gli Ambiti Territoriali, quindi, dovranno attenersi alle disposizioni emanate dalla Provincia e occuparsi dei loro compiti, che riguardano la gestione del territorio, il rilascio dei tesserini ed il ripopolamento.
E grande solidarietà nei confronti dell’assessore è stata espressa dall’Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro che, in una nota, evidenziano “l’estrema disponibilità a sentire le istanze delle associazioni e dei cacciatori ponendo in essere tra l’altro una moltitudine di incontri. Non corrisponde al vero” aggiungono “che l’assessore Di Michele non interpella le associazioni venatorie o che non osserva le leggi e i regolamenti, anzi, in questo caso è stato molto scrupoloso e attento, sentendo tutti quelli che avevano un problema ed elevando il cacciatore a persona nobile e a cittadino degno di rispetto”.
Secondo il presidente della Enalcaccia, Giuseppe Olivieri, infine, “le indiscusse capacità amministrative unitamente alla sensibilità umana e di appassionato cacciatore dell’assessore Di Michele pone in seria difficoltà tutti quelli che vivono di sterili speculazioni politiche, squallidi personaggi che non hanno intenzione di misurarsi con la gestione dell’ambiente e delle risorse venatorie e che, invece, preferiscono la polemica”.
Marina Serra