Giulianova. Pochi cittadini al primo degli incontri preparatori sul sondaggio deliberativo sul progetto di riqualificazione di Giulianova Lido, proposto dall’associazione Comitato di Quartiere e redatto dall’Architetto Adriano Capanna.
Non poche polemiche si erano levate sul progetto e anche lo strumento del sondaggio deliberativo, in una precedente esperienza (quella per la vendita di alcune aree comunali), ha dimostrato di non incontrare molti favori tra i giuliesi, segno che la partecipazione, pur essendo cosa buona e giusta, non si improvvisa ma necessita di lunghi processi di condivisione e sensibilizzazione.
In ogni caso quello che sorprende è l’atteggiamento del Comune in merito al Piano Urbano del Traffico, adottato nel 2008 (e regolarmente pagato al professionista incaricato) e mai posto in atto. Sembra che il primo cittadino sia convinto che basti la semplice adozione del piano per ottemperare agli obblighi di legge, ignorando che la normativa relativa ai P.U.T. (articolo 36 del Codice della Strada) prevede che lo strumento di pianificazione debba essere aggiornato ogni due anni (comma 5) e che lo stesso è finalizzato “ad ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità e i tempi di attuazione degli interventi. Il piano urbano del traffico prevede il ricorso ad adeguati sistemi tecnologici, su base informatica di regolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica del rallentamento della velocità e di dissuasione della sosta, al fine anche di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale che si rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire” (comma 4).
Ora, un PUT approvato ben otto anni fa, mai revisionato (secondo legge doveva già essere rivisto quattro volte) e, soprattutto, mai applicato, come può definirsi uno strumento attuativo? E che senso ha riferirsi ad un piano chiuso in un cassetto per rispondere a cittadini che chiedono di riqualificare una parte della città?
Sembrerebbe, inoltre, che nel famoso cassetto dove giacciono diversi progetti, ci sia anche un piano della mobilità ciclistica, dove sono ipotizzate diverse piste ciclabili e zone 30, che dovrebbe integrare l’ormai famoso PUT e, visto che questo cassetto prima o poi si dovrà aprire, forse uscirà fuori il progetto di qualificazione dell’ex area del depuratore dell’Annunziata, dove doveva sorgere un grande parco urbano, vanto ed onore della città.
Nel frattempo molti cittadini si accontenterebbero di vedere di nuovo in giro le biciclette, elettriche e non, alcune donate da Julia Servizi altre acquistate dalla Giulianova Patrimonio, magari per riattivare un sistema di bike sharing vero che possa costituire una vera alternativa all’uso dell’automobile.