Dopo la missiva del soprintendente Andrea Pessina, consegnata per conoscenza anche alla locale Compagnia Carabinieri, il comune di Giulianova, attraverso un architetto dell’ufficio urbanistico, ha inviato una dettagliata relazione alla Procura con puntuale descrizione dello stato dei luoghi.
Bruno Braca, coordinatore del neo costituito gruppo di lavoro “Maria Braga”, ha suggerito una soluzione per ridare luce all’antico insediamento di epoca romana collegato a Castrum Novum Piceni: “Occorre innanzitutto conferire nuovamente la visibilità alla struttura ripulendo l’area interessata da tutto ciò che la Soprintendenza ha definito ‘ricettacolo di attrezzi ed altro da parte dei confinanti’”.
Va ricordato che le cosiddette “muracche”, ubicate ad ovest della foce del Tordino (allora individuato come Batinum) e punto terminale di una “Via Sacra”, venivano utilizzate per la sepoltura dei defunti, secondo le consuetudini del tempo. Le stesse rappresentano le testimonianze più significative, dopo duemila anni, di ciò che fu organizzato poco distante dall’antico bacino portuale di Giulianova ed il suo agglomerato.
Intanto è stata ufficializzata la costituzione del Gruppo di Lavoro “Maria Braga” per la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico presente sul territorio di Giulianova che conta già diverse adesioni. Di ciò è stata data comunicazione alle autorità locali ed alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo di Chieti.