“Ma come al solito i nostri gridi d’allarme”, spiega Squeo, “sono diventati solo carta che è passata sui vari tavoli ma non ci si è mai preoccupati di affrontare il problema. Così oggi ci troviamo a fronteggiare questi disastri. Sono iniziati i vari prelievi sul letto del fiume e le varie procedure per constatare quale sia stata la causa della moria di migliaia di pesci. Nessuno però può pensare che questa cosa debba finire in un dimenticatoio”.
Senza dubbio il problema c’è. Ma mentre la questione per gli albergatori e operatori turistici si limita ad un danno stagionale, per la marineria locale il danno è molto più esteso in quanto le ripercussione di uno stato di inquinamento così elevato pregiudica nel tempo le attività di pesca. “Adesso andremo incontro alle piogge autunnali ed invernali”, prosegue il presidente della Federpesca, “il fiume porterà verso il mare le sue acque inquinate provocando distruzione anche in mare. Oggi possiamo vantarci di avere ancora un mare splendido, tutelato al massimo dai pescatori che pensano di renderlo sempre migliore. L’altro ieri a 300 metri dalla riva, all’altezza del Lido Cesare a Giulianova, c’erano dei delfini che giocavano tra loro. Sono riapparsi i cavallucci marini mentre i banchi di vongole vengono preservati e tutelati al massimo”.
Squeo quindi smentisce chi nei giorni scorsi ha sottovalutato il problema, sostenendo che i pesci erano morti per per soffocamento, per scarso ossigeno nel Vibrata. “Basti pensare che le anguille”, conclude il responsabile della Federpesca, “possono vivere senza acqua per molto tempo. Eppure sono morte subito. Quindi non bisogna perdere tempo. Convocare immediatamente un tavolo tecnico e riunire le varie forze per creare una sinergia per la bonifica dei fiumi, i controlli e la tutela del territorio”.