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Alba Adriatica, moria di pesci sul Vibrata: accuse e responsabilità

Alba Adriatica. Arta e istituto zooprofilattico (enti ai quali sono stati inviati campioni di acqua e pesci morti da analizzare) faranno luce sulla moria di pesci alla foce del Vibrata, anche se individuare cause responsabilità servirà per avviare, si spera, un’opera di risanamento efficace del torrente. Anche oggi, infatti, sul ponte in legno che collega i litorali di Alba Adriatica e Martinsicuro, parecchi turisti si sono fermati ad osservare l’immagine, raccapricciante, di migliaia di pesci morti imprigionati nel fango.

Di certo, quella che è accaduta ieri non è una pagina edificante per l’immagine turistica, soprattutto di Alba Adriatica, ma in attesa di conoscere le cause, impone alle autorità locali di riflettere attentamente su quelle che potrebbero essere le ripercussioni, sia in termini turistici ma anche sul piano della salute pubblica. Questa mattina, tanto per fare un esempio, ai commenti indignati delle persone che hanno fatto tappa sulla foce del Vibrata, si sono aggiunte una miriade di telefonate al Comune e alla guardia costiera di Tortoreto, e la domanda era sempre la stessa: ma il mare è balneabile? Ci sono garanzie per la salute pubblica? Quesiti sin troppo scontati, alla luce dell’immagine fornita dalla fauna morta sulla foce e dall’odore nauseabondo prodotto dall’acqua ristagnante. Sulla vicenda hanno preso posizioni molto nette anche la Federpesca e i Verdi. “ Dove sono gli organi che dovrebbero salvaguardare l’ambiente”, s’interroga Walter Squeo, responsabile regione di Federpesca, “ i quali fanno un gran parlare di aree marine protette, di tutela del sistema marino, e poi si assiste ad uno scempio ambientale, prodotto dalla sversamento nella acque del Vibrata di agenti tossici e nocivi. E’ necessario ad una bonifica dei fiumi in modo da evitare situazioni così spiacevoli, senza puntare sempre il dito nei confronti di chi ogni giorno vive il mare. La categoria è attenta a queste tematiche e i marinai sono le persone più attente e rigorose in fatto di ambiente e non possono accettare, in silenzio, che il mare possa essere inquinato dagli scarichi inquinanti dei fiumi”. Squeo lancia un invito pubblico al ministro Rotondi, in vacanza a Pineto, di muoversi in prima persona per individuare i responsabili di quanto accaduto, mentre sulla cause sembra avere le idee chiare. “ I pesci sono morti per gli scarichi inquinati”, prosegue. Lungo il corso del Vibrata insistono tante lavanderie industriali: non accusiamo nessuno, ma bisogna effettuare dei controlli per accertare l’origine degli scarichi abusivi e contestualmente avviare un risanamento del fiume”. Sulla vicenda ha diffuso una nota anche Giuliano Marsili, coordinatore provinciale dei Verdi. “Ciò che è successo alla foce del Vibrata non ci meraviglia più di tanto ma ci scuote”, spiega Marsili. “Più di una volta abbiamo denunciato simili fatti, che avvengono in qualche occasione anche nel periodo natalizio e pasquale. Non compete a noi ricercare i responsabilima siamo delusi per il modo in cui la classe politica non ha affrontato in questi anni, nonostante le numerose denunce, segnalazioni e diffide, la problematica del torrente Vibrata. Siamo stati accusati spesso di estremismo e allarmismo, ma le nostre segnalazioni si sono sempre rivelate veritiere. Ho ricevuto proprio oggi la proposta e la disponibilità da parte della Provincia di Teramo (il vicepresidente Renato Rasicci e assessore all’ambiente Francesco Marconi, ndr) ad aprire un tavolo operativo e tecnico per affrontare una volta per tutte la questione del torrente Vibrata, definito il più inquinato d’Italia e ampia disponibilità anche da parte del presidente dell’Unione dei Comuni, Alberto Pompizi e di qualche sindaco della Val Vibrata. Non intendiamo sparare sempre contro tutti e tutto, non siamo più il partito del “ NO “ ma riteniamo che la misura è colma, a cominciare dall’amministrazione di Alba che non sa difendere le sue spiagge”. Per Marsili, il problema ruota tutto attorno al depuratore consortile, incapace in questo periodo di soddisfare le numerose utenze e che andrebbe dimensionato rispetto alle effettive esigenze.