Cirsu, nuovo sopralluogo Arta. Impianti nel mirino di alcuni privati

Allo stato attuale non ci sono le condizioni per autorizzare il Cirsu per il trattamento dei rifiuti organici. E’ quanto emerso dal sopralluogo dei tecnici dell’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, che in mattinata hanno visionato i capannoni del polo tecnologico di Grasciano.

Erano presenti tutti gli amministratori dei sei Comuni soci, oltre al dirigente del settore rifiuti della Regione Franco Gerardini che ha incontrato i manifestanti, soprattutto ex operai Sogesa, che hanno organizzato un sit in di protesta dinanzi all’ingresso dello stradone che porta poi agli impianti del Consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani.

Il 27 febbraio prossimo scadranno i 30 giorni per adempiere alle prescrizioni che ad oggi, secondo quanto emerso dal sopralluogo, non sarebbero state garantite da CSA, il consorzio stabile ambiente dell’Aquila che gestisce la struttura. Servono la ripartizione dei comparti all’interno dei capannoni per il trattamento dell’organico, le porte a tenuta stagno, il potenziamento degli impianti di aspirazione.

Lavori che richiederebbero però da 4 a 6 mesi per essere eseguiti. Quindi per il momento il trattamento di tale tipologia di rifiuti resta off limits. Gerardini, nel suo incontro con gli ex Sogesa, la società che era il braccio operativo del Cirsu fallita nel 2012, è stato molto chiaro.

“Allo stato attuale non ci sono le condizioni per proseguire”, ha detto il dirigente della Regione, “e mi pare di capire che i Comuni soci del Consorzio non abbiano la forza per risolvere le questioni. Che il Cirsu debba continuare a lavorare in queste condizioni non è il caso. Perché non si possono più sopportare certi cattivi odori. Gli impianti di Grasciano resta il fatto rappresentano una risorsa per l’intera Regione. Ma bisogna farli far funzionare nel rispetto delle regole”.

Intanto, è emerso un aspetto interessante da questa vicenda. Ci sono infatti almeno 3 società private, anche del nord Italia, interessate a rilevare il Cirsu, ad eseguire i lavori, a rilanciare la struttura, a garantire i livelli occupazionali. Una di queste, milanese, la prossima settimana incontrerà proprio il dirigente della Regione Gerardini per prospettare un piano di sviluppo e di rilancio.

Per Marco Borgatti, “il Cirsu è un polo tecnologico con un potenziale , oggi lontanissimo, di circa 30.000 tonnellate di lavorazione. Un potenziale allettante per un privato che ha liquidità da investire in un sito strategico non solo per la provincia di Teramo ma per l’intera Regione. Il Cirsu è stata una grande opportunità persa , nato sotto la speranza di dotare i comuni soci di un impianto pubblico efficiente in grado di riciclare e far fruttare i rifiuti con giovamento per l’ambiente e le tasche dei cittadini. Purtroppo una gestione dissennata ha creato il disastro che oggi viviamo. La speranza che il consorzio rimanga pubbligo e torni in piena efficienza garantendo la piena occupazione ed il reintegro degli operai lasciati fuori è purtroppo lontana. Concordo con le parole del Dirigente Gerardini pronunciate al raduno degli operai ai cancelli ovvero che bisogna puntare a salvare l’ambiente gestendo impianti e discarica senza perpetuare danni ecologici e tutelare le maestranze garantendo lavoro. Gli eroi di questa giornata sono però loro, gli ex operai che ancora una volta, al freddo e sotto la pioggia rivendicavano il loro diritto al lavoro”.

Per il consigliere comunale di Mosciano, Mirko Rossi, ha precisato: “Nel corso del sopralluogo, svoltosi esclusivamente per verificare le condizioni dell’impianto attualmente gestito da CSA scarl de L’Aquila su autorizzazione concessa dalla curatela fallimentare, l’ARTA e il dirigente regionale Franco Gerardini in maniera assolutamente professionale e trasparente hanno verificato le prescrizioni richieste e lo stato delle criticità rilevate nello scorso autunno, discutendo con i rappresentanti di CSA delle azioni già intraprese o che devono essere ulteriormente implementate. I comuni ex soci del CIRSU erano presenti proprio alla luce del fatto che si è ampiamente discusso di presidi a tutela dell’ambiente e del territorio. Al termine si è concordato che l’ARTA predisporrà una relazione in merito al sopralluogo avvenuto e in un brevissimo torno di tempo ci si aggiornerà in merito. Nel corso della mattinata, inoltre, il dott. Gerardini nulla ha detto ai presenti in merito ad interessamenti di privati a rilevare l’impianto, eventualità che comunque atterrebbe esclusivamente alla procedura
fallimentare e nulla avrebbe a che vedere con la Regione Abruzzo. Penso che il dott. Gerardini possa tranquillamente confermare quanto affermo e smentire le dichiarazioni apparse sulla stampa, non avendo egli stesso affermato ciò nelle interviste telefoniche rilasciate. L’impianto del CIRSU, al netto dei destini societari comunque legati all’appello contro il fallimento attualmente in discussione presso la Corte d’Appello de L’Aquila, deve avere un ruolo centrale, soprattutto per il trattamento della frazione indifferenziata, all’interno della nuova pianificazione regionale di gestione dei rifiuti come soggetto
pubblico attuatore di piano. Non sarebbe logico avere una discarica di servizio di questa dimensione senza un impianto di trattamento dell’indifferenziato in loco. Anche alla luce di questa prospettiva, abbiamo chiesto ai curatori di completare urgentemente i lavori di costruzione della nuova discarica, che consentirebbe notevoli risparmi ai cittadini ponendo fine ai viaggi dei rifiuti in altri siti ed eliminerebbe i rischi di un invaso di quelle dimensioni aperto sotto le intemperie”, conclude Rossi.

 

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