Atri, la Asl di Teramo replica: “Il parto non doveva avvenire lì”

asl teramoAvrebbe dovuto chiamare il 118 per essere trasportata in tutta sicurezza nell’ospedale più vicino dotato di punto nascita, la neomamma pinetese che ieri ha dato alla luce la sua bambina all’ospedale atriano che ha riaperto per l’occasione il punto nascita.

La donna, infatti, su suggerimento della sua ostetrica di fiducia in servizio in un consultorio territoriale, che riteneva la partoriente in piena fase di travaglio, si era recata al pronto soccorso più vicino, ovvero al San Liberatore.

“In questi casi, invece”, si legge nella nota della Asl di Teramo, “è assolutamente indispensabile attivare le procedure di emergenza del Servizio 118 che, nell’occasione, avrebbe trasportato in sicurezza la paziente presso il Presidio Ospedaliero più vicino, dotato di punto nascita”.

Il parto è comunque avvenuto al San Liberatore, assistito da una équipe medica completa, giunta sul posto in emergenza. La madre e la bimba, in buone condizioni di salute, sono state successivamente trasportate all’Ospedale di Teramo.

“Questo evento”, conclude la Asl, “sarà certo occasione per l’Azienda di affinare l’organizzazione e, se del caso, apportare i necessari correttivi”.

LETTERA-APPELLO DI MONTICELLI: ‘NASCITA DI NOEMI AD ATRI RAPPRESENTA UN DISSERVIZIO. RIVEDERE CHIUSURA PUNTI NASCITA’

Il Presidente IV Commissione Consiliare, Luciano Monticelli, ha scritto una lettera inviata in data odierna al Ministro della Salute Lorenzin, ai Parlamentari eletti in Abruzzo, al Presidente della Giunta Regionale e Commissario ad Acta per la Sanità D’Alfonso, al Presidente della V Commissione Consiliare Olivieri, ai Sindaci di Atri, del Cerrano, della Val Fino e di Roseto degli Abruzzi e alla Direzione Generale dell’AGENAS, a proposito della nascita della piccola Noemi nell’Ospedale “San Liberatore” di Atri.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente di seguito:
Al Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin
Ai Senatori eletti nella Regione Abruzzo
Rosetta Enza Blundo
Gianluca Castaldi
Federica Chiavaroli
Paola Pelino
Stefania Pezzopane
Gaetano Quagliariello
Antonio Razzi
Ai Deputati eletti nella Regione Abruzzo
Maria Amato
Antonio Castricone
Andrea Colletti
Daniele Del Grosso
Vittoria D’Incecco
Fabrizio Di Stefano
Gianluca Fusilli
Tommaso Ginoble
Itzhak Yoram Gutgeld
Generoso Melilla
Filippo Piccone
Giulio Cesare Sottanelli
Paolo Tancredi
Gianluca Vacca
Al Presidente della Giunta
e Commissario ad Acta per la Sanità
Regione Abruzzo
Luciano D’Alfonso
Al Presidente
della V Commissione Consiliare
Regione Abruzzo
Mario Fiorentino Olivieri
Al Sindaco di Atri
Gabriele Astolfi

Ai Sindaci del Cerrano, della Val Fino, di Roseto degli Abruzzi
Francesco Comignani
Robert Verrocchio
Enzino De Febis
Giuseppe D’Ercole
Giancarlo De Massis
Enzo Lucci
Ernesto Piccari
Enio Pavone
Al Direttore Generale
Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS)
Francesco Bevere

Oggetto: Parto avvenuto presso il soppresso Punto Nascita “San Liberatore” – Atri (TE)
Gentili Signori,

Nel tardo pomeriggio di ieri gli organi di stampa online, seguiti dai quotidiani di questa mattina, hanno dato notizia di un parto avvenuto in data 9 febbraio 2016 presso il Punto Nascita del “San Liberatore” di Atri (TE), reparto soppresso a decorrere dal 01/11/2015 in virtù del Decreto del Commissario ad Acta per la Sanità 10/2015 e della successiva Deliberazione n. 855 dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Teramo.
Secondo quanto riportato dalla stampa la donna, una cittadina italiana originaria di Atri e residente a Pineto, in data 8 febbraio 2016 si è presentata presso il Punto Nascita del “Santo Spirito” di Pescara, dove avrebbe ricevuto indicazione di abbandonare il presidio sanitario e di tornare a casa. La mattina successiva, ella si è rivolta al “San Liberatore”, dove il personale sanitario, vista l’imminenza del parto, si sarebbe visto costretto a rimettere in funzione le sale di Ostetricia, verosimilmente in stato di abbandono e non perfetta efficienza, e a richiamare altri specialisti dall’Ospedale “Mazzini” di Teramo, distante circa 45 minuti di tragitto automobilistico.
È superfluo sottolineare che quanto avvenuto rappresenta un inaccettabile disservizio ai danni della famiglia coinvolta, che si è risolto positivamente solo grazie alla condizione ancora agibile del soppresso reparto del “San Liberatore” e della professionalità del personale coinvolto.
Particolare apprensione destano due elementi della vicenda. Il primo è il mancato trattamento ricevuto presso l’Ospedale “Santo Spirito” di Pescara, che già nel 2013 totalizzava più di 2000 parti annui, e per effetto del citato D. C. 10/2015 ha visto incrementare in modo considerevole l’afflusso di partorienti. Il secondo è il mancato trasferimento della donna presso un Punto Nascita funzionante in condizioni di sicurezza.
In considerazione di quanto denunciato dalla stampa, invito ciascuno di voi a voler esaurire ogni mezzo istituzionale per fare rapidamente chiarezza su quanto accaduto, su cosa non ha funzionato e su quali rischi si sono corsi, e in particolare sulle due questioni citate: l’Ospedale “Santo Spirito” di Pescara è in grado di gestire l’aumentato volume di parti derivante dagli effetti del D. C. 10/2015? È possibile, nella nuova conformazione del Percorso Nascita abruzzese, garantire alle donne il trasporto sicuro presso un reparto in efficienza?
Nel caso la risposta non possa essere pienamente positiva, invito ciascuno dei destinatari in indirizzo a lavorare, ciascuno per quanto di propria competenza, perché vengano quanto prima annullati gli effetti del D. C. 10/2015.
Colgo l’occasione per inviare cordiali saluti.

Luciano Monticelli

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