La questione riguarda circa 7000 “fungaioli” che, al momento, sono costretti a pagare due volte: la prima alla Provincia per il rilascio del tesserino per la raccolta, così come previsto dalla legge regionale (30 euro l’anno) e la seconda per accedere alle aree gestite dai Comuni e dalle Amministrazioni separate che impongono un ticket giornaliero con l’utilizzo di tabellazioni e limitazioni d’ingresso.
Comuni e Amministrazioni separate si appellano alla Legge sugli usi civici, la Provincia alla legge regionale 34 del 2006 modificata 3 mesi fa che vieta espressamente per “Comuni, Comunità Montane e Amministrazioni separate” la possibilità di “imporre autonomamente contributi aggiuntivi e di diversificare fra residenti e non”.
“La Provincia” aggiunge l’assessore Giuseppe Antonio Di Michele “non si è mai espressa contro gli usi civici e ha chiesto più volte chiarimenti alla Regione in merito ma fino a disposizioni di segno diverso è nostro dovere far rispettare quanto previsto dalla legge regionale. La nostra non è una battaglia di principio ma una difesa del cittadino che per raccogliere i funghi si vede chiedere i soldi due volte. Questo mi sembra davvero inaccettabile”.