L’obiettivo di “educare e rieducare attraverso lo sport” è alla base del protocollo d’intesa siglato tra il CSI e l’Istituto Penitenziario di Teramo.
L’accordo tra le parti, finalizzato all’attivazione di esperienze e percorsi sportivi e formativi, è stato formalizzato al termine di una conferenza stampa, indetta a tal proposito, nella Casa Circondariale di Teramo.
Coordinato da Elisabetta Santolamazza, responsabile Area di Trattamento, l’incontro pubblico è stato aperto da Stefano Liberatore, Direttore della Casa Circondariale che ha rimarcato l’importanza della pratica sportiva positiva all’interno delle strutture carcerarie: “Il sistema penitenziario non deve essere concepito solo ed esclusivamente sotto l’aspetto della sicurezza, oggi il carcere va verso un’altra tendenza che è quella della risocializzazione e rieducazione. Il carcere – ha rimarcato Liberatore – è un luogo di formazione sociale quindi sono ben accette queste attività sportive concepite come strumento di aggregazione e socializzazione”.
“Questo progetto prende il via nell’Anno Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco – sottolinea il Presidente provinciale CSI, Angelo De Marcellis – il quale ci invita ad essere attenti alle problematiche degli ultimi e noi come Centro Sportivo Italiano siamo contenti di rivolgere una particolare attenzione verso chi, spesso, non è al centro dei pensieri della collettività”. Il CSI, infatti, con le sue radici ben insediate nel territorio, cerca sempre di coinvolgere, supportare e coordinare le società sportive verso attività di utilità sociale: è il caso del Colleatterrato Calcio che ogni anno organizza una partita amichevole con la rappresentativa del carcere. Nell’ambito del protocollo CSI-Casa Circondariale saranno promossi nel corso dei prossimi mesi Corsi di formazione per arbitri, allenatori e dirigenti, incontri con testimonial sportivi sul rispetto delle regole.
Vincenzo Misuraca, presidente onorario del Teramo Rugby e l’allenatrice Ilene Vetrini hanno spiegato i particolari del progetto che ha portato alla creazione della squadra Papillon costituita da detenuti reclusi a Castrogno alla quale Decatlhon L’Aquila, attraverso il suo direttore Alfonso Collalto, ha inteso donare abbigliamento sportivo.