Una lunga lettera per segnalare delle stranezze riscontrate al Centro per l’Impiego di Teramo. E’ Marco Petrella ad elencare alcune anomalie che riguarderebbero delle nuove qualifiche, le graduatorie, la segretezza di alcuni bandi e le procedure non sempre limpide utilizzate per assegnare lavoro ai numerosi disoccupati teramani.
“Natale amaro per centinaia di disoccupati Abruzzesi esclusi immotivatamente dalle liste dopo anni di attese e proprio quando era giunto il loro turno.
Incredibile quanto avvenuto a Teramo dove a ridosso del Natale si sono aperti i regali di Natale per alcuni fortunati disoccupati che con un semplice click hanno avuto la precedenza nelle assunzioni tramite liste dei disoccupati dell’art 16 della L56/87.
La selezione era rivolta ai disoccupati con qualifica Addetto all’immissione dati (profilo inesistente nella classificazione Istat) Cod Istat 412200 il cui codice è riferito all’unità professionale Addetti all’immissione dati che raggruppa le professioni che si prestano a svolgere tali mansioni e ben elencate nella classificazione ISTAT CP 2011.
Se prima tali graduatorie venivano aggirate con strani stratagemmi come le assunzioni tramite agenzie interinali ora si è trovato il modo di premiare chi era stato prima assunto per vie diciamo “differenti dal solito” assegnando titoli a tavolino ed escludendo nel contempo quelli che il titolo lo hanno avuto a seguito di regolari corsi e superamento di esami.
Se prima si dava la possibilità a persone senza titoli di essere equiparati a chi aveva il titolo a Teramo è successo l’incredibile e si sono inseriti in graduatoria solo quelli che avevano ottenuto un titolo “di servizio” magari solo perché avevano usato un pc ed escludendo tutti gli altri che invece il titolo lo avevano conseguito a seguito i corsi legalmente riconosciuti.
Persone che avevano lo stesso titolo professionale sono state escluse o meno a seconda se avevano lavorato o meno in quel profilo.
Resta da capire quale sia la differenza tecnica a tra un addetti all’immissione dati (scritto al plurale) e ammesso alla selezione e chi aveva il titolo di addetto inserimento dati o operatore di computer per l’immissione dati o operatore meccanografico tutti titoli esclusi in quanto differenti dalla richiesta ma ritenute in tutta Italia professioni identiche tra loro.
Un tentativo davvero squallido, sostenuto pure dalla classe politica teramana, di indirizzare la selezione verso determinate persone e che in base alla legge doveva premiare chi aveva più anzianità di iscrizione e reddito basso.
Persone con incarico di partito o che lavoravano alla Asl in vari profili si sono ritrovate ad avere un titolo senza avere superato alcun esame ne avere effettuato alcun corso in materia scavalcando chi i corsi li aveva fatti ed era pure davanti a loro nelle graduatorie.
A rendere ancora più inquietante i fatti il fatto che molti di loro lavoravano con contratto a termine e si erano preventivamente dimessi dalle loro mansioni prima ancora che uscisse il bando a tempo indeterminato rivolto ai disoccupati.
Secondo molti esperti del settore l’assegnazione d’ufficio di titoli che richiedono la frequenza di corsi e relativi esami non sarebbe nemmeno del tutto corretta ma valida solo per qualifiche di basso profilo e non per titoli avuti a seguito di corsi legalmente riconosciuti e relativi esami.
Qualcuno che era stato escluso ci ha voluto vedere chiaro e si è così accorto che chi aveva escogitato il tutto aveva incredibilmente scelto un codice che altro non era che il nome del gruppo delle professioni escluse.
Una soluzione adottata che ha creato ilarità tra gli stessi addetti ai lavori e sconcerto negli altri CPI provinciali tempestati di proteste dei disoccupati e che ha gettato nella disperazione centinaia di famiglie.
E’ bastato un click al pc per sfoltire la graduatoria e assegnare l’inusuale quanto inesistente qualifica professionale di addetto all’inserimento dati diventata poi a graduatoria ultimata addetti all’inserimento dati che già per il semplice fatto di essere espressa al plurale avrebbe dovuto far sorgere qualche dubbio ai solerti esperti in materia i quali evidentemente hanno notato solo che tale qualifica non la teneva nessuno e che quindi assegnandola d’ufficio avrebbero avuto la certezza che chi la prendeva non aveva altri che potevano stare loro davanti.
Peccato che questa qualifica non è una qualifica ma in gergo ciò che si definisce una unità professionale ovvero un nome di un gruppo di qualifiche al cui interno vi sono proprio le qualifiche estromesse.
Quindi l’aver modificato d’ufficio le posizioni dei papabili non ne ha modificato lo stato essendo sempre addetti all’immissione dati così come lo sono gli esclusi.
Dal 2011 infatti l’Istat ha riorganizzato i gruppi e raggruppato le varie professioni omogenee tra loro in unità professionali i cui codici rappresentano l’insieme delle professioni equipollenti tra di loro.
Per chiarire i differenti codici sarebbe bastato leggere un semplice manuale in uso a centri per l’impiego per chiarire l’arcano, infatti nel manuale Istat è ben specificato che a fini statistici gli enti pubblici utilizzano tabelle differenti da quelle Istat a cinque cifre in cui le unità professionali sono riportate come se fossero delle qualifiche ma riconoscibili dallo zero finale.
L’Istat poi ha dotato il proprio sito di un motore di ricerca in uso anche ai Centri per l’impiego, in cui scrivendo la qualifica si può ottenere subito a quale unità professionale appartiene il titolo cercato e la lista delle qualifiche equipollenti tra loro senza necessità di ricorrere ad incontri tra partiti e sindacati per stabilire cose che sono già stabilite dalla legge.
Il tutto è stato reso possibile dal fatto che qualcuno ha utilizzato una differente lista più dettagliata in uso al ministero in cui le professioni hanno una ulteriore classificazione dopo la quinta cifra e dove si è soliti riportare le unità professionali con l’aggiunta di uno zero.
Caratteristica ben nota agli addetti ai lavori e spiegata anche nei manuali Istat ma sfuggita a chi ha escogitato tale escamotage che mirava a favorire determinate persone e che invece di prendere uno dei codici del gruppo ha preso proprio il primo che non rappresenta titolo specifico ma il gruppo intero.
Leggendo tali tabelle si scopre quindi che gli igienisti (unità professionale con zero finale) hanno un codice differente dalla qualifica igienista come pure i fisioterapisti e altre centinaia di qualifiche.
Quindi usando lo stesso metro usato a Teramo un giorno potremmo avere un bando per fisioterapisti a cui il fisioterapista non potrebbe partecipare in quanto il suo codice è differente dai fisioterapisti che sarebbero gli unici ammessi a partecipare.
Oltre al danno i disoccupati che sono riusciti a leggere la graduatoria lo hanno potuto fare sul sito della ASL alla vigilia delle feste in data venerdì 18 dicembre ma con data pubblicazione 11 dicembre e scadenza per i ricorsi dieci giorni dopo ovvero il lunedì successivo. In pratica chi è riuscito a sapere dell’uscita appena questo è stato pubblicato ha avuto tempo il sabato e la domenica, con tutti gli uffici chiusi, per fare il ricorso, mentre chi attendeva la sua pubblicazione presso i CPI non ha trovato nulla nel sito della provincia dove ad oggi la graduatoria non è stata pubblicata malgrado sia proprio di competenza delle province, tramite i CPI, stilarle.
Addirittura a chi ha telefonato il 17 dicembre o nei giorni prima, quindi alcuni giorni dopo la sua pubblicazione, gli sono state date risposte del tipo di attendere in quanto in attesa di autorizzazione della ASL o che non era possibile farlo per questioni di privacy.
Il risultato è stato che quindi la procedura è stata “blindata” dai moltissimi ricorsi che sarebbero potuti arrivare visto che è stata resa pubblica sette giorni dopo la sua effettiva uscita (con il termine dei ricorsi fissato a dieci giorni) in prossimità delle feste natalizie con solo due giorni festivi per poterci lavorare e rendendo quindi estremamente difficile poter fare un ricorso in così breve tempo specie per i disoccupati che nulla sanno di tali leggi e che in moltissimi casi, distratti dalle festività natalizie, nemmeno hanno potuto sapere dell’uscita delle graduatorie.
Lo scorso anno per la stessa selezione a tempo determinato vi furono molte polemiche per via del fatto che al posto della prevista prova pratica aperta al pubblico (obbligatoria per legge) furono fatti dei quiz a risposta multipla senza possibilità di errori e tra bocciati ed esclusi per altri motivi il 90% dei disoccupati fu estromesso dalla selezione a vantaggio di altri che figuravano molto indietro nelle graduatorie e di cui alcuni legati alla politica.
In tanti hanno avuto il sospetto che con l’attuazione di simili procedure si siano favorite determinate persone che in condizioni normale non sarebbero state mai assunte vista la loro posizione in graduatoria molte delle quali con esperienza lavorativa alla Asl anche in mansioni dove occorre fare il concorso per essere assunti.
Fatti accaduti nell’indifferenza totale delle istituzioni politiche regionali e provinciali e degli organi preposti ai controlli a cui i disoccupati facevano affidamento per vedere tutelati i loro diritti che invece continuano ad essere calpestati.
Malgrado l’evidenza e le palesi procedure errate pare che la provincia di Teramo non abbia nessuna intenzione di recedere nelle sue intenzioni e di reintegrare i disoccupati ingiustamente esclusi e pur essendo scontato un annullamento da parte dei giudici con la lentezza del sistema giudiziario Italiano è molto probabile che il tutto si concluderà ad assunzioni avvenute rendendo quindi estremamente difficile e complicata la situazione dei disoccupati che avevano diritto a quei posti.
Gli esclusi, qualora la situazione non verrà risolta subito, sono pronti a chiedere l’aperura di un’inchiesta da parte della magistratura ed avviare una class action con richiesta d risarcimento verso i soggetti politici o non politici che sono coinvolti nella vicenda e con la pubblicazione di tutto il materiale raccolto.
Chiederanno inoltre, visto che tali selezioni sono pubbliche, l’accesso agli atti e che siano rese pubbliche pure le modalità di assegnazione delle qualifiche, chi gli ha fornito le certificazioni e le mansioni svolte in precedenza dalle persone a cui è stata assegnata a tavolino tale qualifica”.