La decisione ha colto tutti di sorpresa perché c’era la convinzione che quanto meno venisse fissata un’udienza per esaminare il ricorso contro il provvedimento della Regione che lo scorso primo novembre ha di fatto chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia.
Per alcuni la decisione del Tar è un fulmine a ciel sereno, soprattutto in virtù del fatto che il ministro Lorenzin un mese e mezzo fa aveva sottolineato un aspetto non secondario: il procedimento inerente la chiusura dei punti nascita poteva essere rivisto dalle amministrazioni regionali.
Insomma, si era aperto uno spiraglio per fare in modo che il punto nascita della città ducale potesse riaprire i battenti. Anche perché a sostenere il ricorso presentato dal sindaco Gabriele Astolfi e condiviso dal comitato “Giù le mani dal San Liberatore” c’erano elementi portanti come il numero dei parti che nel 2014 era stato superiore alla soglia delle 500 nascite imposta dal decreto Lorenzin sulla riforma dei punti neonatali.
Oltretutto la struttura atriana era stata considerata di eccellenza a livello nazionale per quanto riguarda la sicurezza. Ci sono state manifestazioni di protesta, cortei con la partecipazione di quasi mille cittadini a difesa del punto nascita del San Liberatore.
Nonostante tutto, il primo novembre è scattata la chiusura. E oggi anche la doccia fredda del ricorso respinto dal Tar.
Ma il primo cittadino atriano non si perde d’animo. Astolfi infatti ha annunciato che il prossimo passo da compiere sarà il ricorso al Consiglio di Stato. Le carte verranno approntate già dalla prossima settimana, non appena verranno esaminate le motivazioni addotte dal Tribunale Amministrativo per respingere il ricorso del Comune di Atri.
“Era un passaggio che si doveva fare, da noi sostenuto solo moralmente, sul quale però riponevamo poche speranze perché crediamo che solo la politica possa veramente riaprire il nostro punto nascita”.
Scrive il Comitato San Liberatore non si tocca, spiegando che “la vera speranza è riposta nel parere del Comitato Percorso Nascita Nazionale da noi richiesto a gran voce che, se come ci auguriamo attesterà la sicurezza del nostro Punto Nascita, metterà in seria difficoltà questa Giunta Regionale che con prepotenza ed arroganza ha chiuso un reparto ignorando i veri numeri che ne confermano la sicurezza e la professionalità. Il nostro compito a differenza dei politici che in questa battaglia si sono scoperti paladini dell’ultimo ora non è quello di illudere le persone affermando in maniera spavalda che il ricorso al TAR avesse margini per essere accolto ma analizzare oggettivamente ciò che può far mantenere aperto il nostro punto nascita”:
Per il Comitato, infatti, “la chiusura dei punti nascita è un atto politico discrezionale legittimo, ma non condiviso da tutti noi, che deve essere contestato e dibattuto politicamente e non tramite la via giudiziaria che si è rilevata inutile e controproducente perché ora ha dato più forza alla decisione irrazionale del presidente D’Alfonso e del suo fedele scudiero Paolucci. Il Ministero della Salute deve prendersi ora la responsabilità di dire si il Punto di Nascita è sicuro o no. Se ritiene che in base ai numeri sia sicureo, come noi crediamo, la Giunta Regionale dovrà adeguarsi e riaprilo altri questa volta la contestazione – promettono i rappresentanti de Il San Liberatore non si tocca – sarà molto più incisiva.
Il Movimento Abruzzo Civico di Atri si rattrista dalla decisione presa dal TAR in merito alla chiusura del Punto Nascita del San Liberatore: “Purtroppo dobbiamo constatare che la politica che ci rappresenta oggi in Regione Abruzzo non ha voluto trovare le giuste soluzioni per continuare a far funzionare un reparto delicato e importante che nel corso degli anni è stato un punto di riferimento sia per la città di Atri che per l’intero territorio. Sappia il Presidente D’Alfonso che l’Assessore Paolucci che noi non ci fermeremo qui e continueremo la nostra battaglia ricorrendo al Consiglio di Stato, pur essendo consapevoli che i tempi si allungheranno. Grazie di nuovo Presidente D’Alfonso per questo regalo che hai voluto lasciare a tutti i cittadini di ATRI e l’intero territorio. Noi tutti ti ricorderemo sempre per questo grave atto”, spiega il coordinatore Paolo Basilico.