C’è un’inchiesta, e questa era una cosa nota, e degli indagati per quanto concerne la Veco, la storica fonderia di Martinsicuro alle prese con una situazione al limite del paradossale.
La procura di Teramo, infatti, indaga per disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone e anche per violazioni in materia ambientale.
Reati di tipo contravvenzionale, sia chiaro, che la procura contesta ai vertici della Veco. Titolare dell’inchiesta è il sostituto Greta Aloisi sulla scorta degli esposti presentati, a più riprese dal Comitato Difesa Ambiente di Martinsicuro.
Nel procedimento, con tre indagati, vengono contestate alla storica fonderia di aver omesso di adottare le adeguate misure per il contenimento dell’impatto acustico e di avere superato i limiti per le emissioni delle polveri in atmosfera, oltre al non coretto smaltimento dei rifiuti.
L’inchiesta, arrivata ormai all’avviso di conclusione delle indagini, si aggiunge ai numerosi problemi che la fonderia sta già affrontando per i ritardi relativi al rinnovo dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale. A dire il vero, nell’inchiesta sono cadute altre ipotesi di reato, contestate inizialmente.
Attualmente l’attività della fonderia, nata quasi 60 anni fa, è ferma da mesi: l’azienda nei giorni scorsi ha annunciato la decisione di aprire la procedura di mobilità per tutto il personale. Un misura per tutelare i dipendenti e che attualmente coinvolge solo 13 lavoratori, tutti over 50. Per conoscere il destino degli altri dipendenti si attende invece la conferenza di servizi, inizialmente fissata per ieri in Regione e poi slittata all’11 gennaio prossimo. Se l’azienda otterrà il rinnovo dell’Aia si tornerà a lavorare, in caso contrario tutti in mobilità con gli accordi raggiunti tra azienda e sindacato che sembrano prevedere, comunque, clausole di riassunzione per tutti i dipendenti anche nel caso in cui la produzione dovesse ripartire a distanza di diversi mesi.