P.T. vive con suo figlio, dieci anni, sguardo basso e cappuccio in testa per proteggersi dalla pioggia. E’ lui la sua vera ragione di vita.
Da tre anni, da quando cioè sua moglie (italiana) lo ha sbattuto fuori di casa, vivono come meglio possono, tra lavoretti casuali e dimore di fortuna.
Il piccolo frequenta la scuola a Teramo, pur tra le mille difficoltà che il suo papà è costretto ad affrontare ogni giorno. Difficoltà dettate da un lavoro che non c’è, ma soprattutto dalla mancanza di un tetto.
Più volte ha portato il suo caso negli uffici comunali. Sindaco, assessori, consiglieri, tutti conoscono la sua storia. Qualcuno ha anche cercato di aiutarlo, intercedendo per una camera d’albergo. Che tra qualche giorno sarà costretto a lasciare. E lì si ripresenteranno i problemi: “dove lo porto mio figlio?” dice disperato.
L’altro giorno ha protestato per l’ennesima davanti al Comune, portando sotto il Palazzo Municipale quei pochi stracci che hanno in valigia. Difficile crederlo, ma è così: i Vigili Urbani li hanno staccato un bel verbale da 1000 euro. “Mi hanno fatto anche la multa” dice incredulo.
P.T. non si è voluto arrendere e oggi è tornato in piazza Orsini. “Niente, nessuno mi ascolta, il sindaco non vuole aiutarmi. Dice che sfrutto mio figlio, ma non è così. Sono disposto a fare qualunque cosa, se hanno una casetta anche da ristrutturare, ci penso io ai lavori, l’importante è che diano un tetto a mio figlio. Gliel’avevano promesso, lo hanno solo illuso”.
Il primo cittadino, Maurizio Brucchi, resta fermo sulla sua posizione: “noi vogliamo aiutarti” dice “ma non possiamo andare contro la legge”.
Marina Serra