Le condizioni meteo non erano certo delle migliori, ma in più di 500, studenti compresi, hanno manifestato per chiedere la riapertura del punto nascita del San Liberatore di Atri.
Può essere considerato un successo l’evento organizzato dal Comitato “Il San Liberatore non si tocca” che ha radunato sindaci e politici del territorio, a prescindere dall’appartenenza partitica, per urlare a gran voce l’errore commesso dalla Regione Abruzzo, dal presidente Luciano D’Alfonso, del suo assessore alla sanità Silvio Paolucci di chiudere un’eccellenza come quella del centro neonatale della città ducale.
“I dati sono tutti contro questa scellerata decisione”, ha puntualizzato Roberto Marchione, uno degli organizzatori della manifestazione. Il parametro adottato dalla Regione era quello delle 500 nascite come limite per assicurare la sopravvivenza della struttura. Nel 2014 abbiamo superato abbondantemente questo dato. E quest’anno al 31 ottobre avevamo già oltrepassato la soglia delle 400 nascite. Ora il centro è chiuso ma noi non molliamo”.
I manifestanti si sono ritrovati nella piazza del municipio, poi hanno sfilato in corteo sino a raggiungere il piazzale antistante l’ospedale e il vecchio palazzetto. Il lungo serpentone umano è stato aperto dalle mamme e dai papà con i loro figli nelle carrozzine. Anche una mamma con un bimbo di appena 21 giorni che avrebbe voluto far nascere ad Atri e che invece è venuto alla luce a Chieti.
Tra i manifestanti anche donne in dolce attesa che vorrebbero che le loro creature venissero al mondo nel punto nascita del San Liberatore. Che però ora non c’è più. Sul palco sono saliti, oltre ai sindaci dei Comuni della Val Fino, di Silvi, di Pineto, di Atri, gli organizzatori che hanno snocciolato alcuni interessanti dati. Dal punto di vista della sicurezza e della qualità dei servizi un’indagine eseguita quest’anno aveva dimostrato che il centro neonatale della città ducale era da considerare tra i migliori in Italia.
“Invece, non hanno tenuto conto di questo i nostri amministratori regionali”, hanno urlato i manifestanti, “procedendo con una chiusura sciocca, assurda”. Il primo cittadino atriano, Gabriele Astolfi, ha posto l’accento sul fatto che il governo regionale “ha preso un grosso abbaglio”. Ottenere la riapertura del punto nascita sarà difficile, ma il comitato cittadino non si arrende. Mentre proprio il sindaco Astolfi non esclude un ricorso al Tar. Qualche fischio all’indirizzo del consigliere regionale Luciano Monticelli che dopo aver preso parte al corteo, non ha partecipato al dibattito pubblico in piazza.
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