Chiazze di catrame in mare e sulla spiaggia, una carcassa di tartaruga morta da qualche giorno. Nella Riserva Naturale del Borsacchio la situazione non è certo delle migliori.
La denuncia arriva da alcuni cittadini che hanno notato, passeggiando sull’arenile in questo tratto di spiaggia di Roseto, la presenza delle chiazze nerastre, catrame a tutti gli effetti che si è incollato alla suola delle scarpe, rendendole quasi inutilizzabili.
Sul decesso della tartaruga non c’è una stretta correlazione con la presenza del catrame in mare. Forse la Caretta Caretta è morta a seguito della violenta mareggiata dei giorni scorsi, oppure investita da uno scafo. Nelle ultime tre settimane, comunque, il centro operativo di Pescara ha recuperato diverse carcasse di tartarughe.
Alcune morte per la presenza nello stomaco di reti, buste di plastica o per traumi. Certo è che la presenza del catrame in mare è un problema per la fauna marina. I grumi dell’idrocarburo provengono dalle operazioni di lavaggio delle navi cisterne, operazioni che però non possono essere eseguite in mare o comunque il materiale di risulta non può nella maniera più assoluta essere scaricato nelle acque dell’Adriatico.
Un fenomeno che purtroppo era particolarmente accentuato negli anni Sessanta e Settanta, sino a quando non è stato approvato un quadro normativo internazionale che fa obbligo alle navi che trasportano idrocarburi di dotarsi di tutta una serie di sistemi di sicurezza contro lo sversamento in mare dei residui durante le operazioni di pulizia.
Purtroppo, qualche furbo ancora c’è ed è forse questa la spiegazione più logica sulla presenza del catrame in mare e sulla spiaggia, per fortuna in minima quantità, nel tratto della Riserva Borsacchio. Un vero e proprio attentato contro il delicato equilibrio dell’ecosistema marino. E i responsabili difficilmente saranno mai identificati. E nessuno risarcirà il danno.