Ma ad emergere dalle parole dei balneatori è una giungla amministrativa, fatta di possibili deroghe comunicate via telefono, documenti mai rilasciati e conflitti tra dirigenti e mondo politico. Intanto le serrande del divertimento restano abbassate, mentre per alcuni lidi sono in arrivo multe per migliaia di euro. La revoca dell’agibilità per 33 lidi (più dei due terzi del totale) è arrivata alla fine di maggio. Un provvedimento emesso dagli uffici tecnici del comune, per presunte omissioni di vario titolo che vanno dall’abuso edilizio alla mancato possesso delle licenze. Un provvedimento che ha lasciato di sasso i balneatori. “Di situazioni gravi ve ne sono una quindicina – spiega Cristiano Tomei, segretario regionale della Fab-Cna – per gli altri l’iter dei documenti è ancora in corso”.
Ma la situazione è poco chiara. Dalle parole dei balneatori intervenuti questo pomeriggio emerge che la stragrande maggioranza di loro nelle due estati passate avrebbe lavorato senza alcuna licenza commerciale, con permessi richiesti ma mai arrivati. Nebulosa la situazione anche negli uffici comunali. Ad alcuni titolari dei lidi sarebbe arrivata una vera e propria revoca dell’agibilità, ad altri solo una sospensiva. Alcuni balneatori, che non hanno voluto fare il loro nome, hanno affermato che venerdì scorso sarebbe arrivata loro una telefonata da esponenti della giunta con la quale veniva comunicata una deroga al provvedimento del dirigente al Commercio. Deroga che stamane lo stesso dirigente si sarebbe rifiutato di firmare. Da qui, visto il provvedimento ancora in piedi, la retata della Polizia Municipale, che nel corso della mattinata ha registrato vari lidi aperti dagli ignari titolari, con conseguenti multe nell’ordine delle migliaia di euro. Il caos più totale, mentre per domani alle 18 è previsto un incontro in comune sulla vicenda.
“Vogliamo una proroga pro veritate di massimo quindici giorni, nei quali il comune faccia vedere cosa vuole fare”, ha dichiarato Cristiano Tomei nel corso di una infuocata riunione sindacale aperta anche alla stampa. Due settimane, ha spiegato il segretario regionale dei balneatori, nelle quali andrà fatta una “radiografia” dei documenti dei vari stabilimenti. In base a questi, dovranno essere poi decise deroghe caso per caso, e se gli abusi saranno palesi nessuna pietà. “I furbetti non possono più esistere – ha detto Tomei – vogliamo chiarezza e certezze. Non vogliamo nessuna proroga alla cieca, dopo la quale si ricomincia tutto daccapo”. “Perchè il comune non certifica quanto hanno prodotto gli stabilimenti?”, ha aggiunto infuriato Tomei.
Alessandro Consalvi