Con riferimento alla disattivazione del punto nascite del locale Presidio Ospedaliero, comunicata dall’ASL di Teramo dal 1 novembre, nonostante le proteste sollevate dalla comunità locale e la consapevolezza che per tale data non era in funzione il servizio di trasporto che rappresentava il presupposto della decisione di smantellamento della struttura assunta dal Presidente della Regione Abruzzo, in qualità di Commissario.
Decisione che secondo l’amministrazione comunale ha determinato “la chiusura del punto nascite di Atri per omesso raggiungimento del limite numerico dei 500 parti nell’arco annuale (2013) ma, nel contempo, la rendeva operativa alla sola condizione che fossero funzionanti a regime sia l’ampliamento del reparto neonatale di Teramo, sia i servizi di trasporto che costituiscono l’asse portante di una operazione di politica sanitaria che le Amministrazioni Locali avevano denunciato ripetutamente come inqualificabile e lesiva”.
Il Comune di Atri ritenendo che si fosse verificata la condizione per il mantenimento della struttura neonatale nell’anno 2014, raggiungendo 514 parti assistiti, ha incardinato un giudizio dinanzi al TAR Abruzzo nel corso del quale si proponeva di dimostrare che la soglia minima veniva raggiunta.
Il Sindaco di Atri Gabriele Astolfi “preso atto che il T.A.R. ha fissato la discussione di merito all’udienza del 16 dicembre 2015, diffida la AUSL a bloccare il processo di smantellamento e riattivare la funzionalità del reparto fino a pronunciamento del TAR, per la salvaguardia e la sicurezza delle partorienti”.