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Giulianova, mobilitazione dei sindacati per i lavoratori della Piccola Opera Charitas

Giulianova. Resteranno senza stipendio e, nonostante le rassicurazione avute da Asl di Teramo, Comuni e Regione, i lavoratori della fondazione Piccola Opera Charitas rischiano di trovarsi in serie difficoltà.

Per questo motivo da lunedì prossimo inizierà davanti ai cancelli della struttura una mobilitazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per rivendicare il pagamento degli stipendi e sensibilizzare la cittadinanza. Inoltre le sigle sindacali hanno già richiesto una immediata riapertura del confronto con la Asl di Teramo e con la Regione Abruzzo che dovranno esprimersi con chiarezza e con una tempistica certa sulle azioni che intendono mettere in campo a tutela di una struttura utile e storica della città.

Già da diversi mesi, infatti, i rappresentanti dell’Istituto avevano denunciato ai sindacati le difficoltà finanziarie ed economiche in cui versava la Poc a causa dei forti contenziosi attivi e dei ritardi dei pagamenti delle Asl e dei Comuni, che rendevano incerto il futuro della struttura. E nonostante i numerosi tavoli attivati, tra i quali quello dello scorso 17 gennaio al quale avevano partecipato lo stesso Governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, l’assessore regionale Dino Pepe, il vescovo di Teramo-Atri, Michele Seccia, il direttore regionale della Asl, Riberto Fagnano e il sindaco di Giulianova Francesco Matromauro, poco o nulla è stato fatto nel concreto, rendendo la situazione della Poc sempre più precaria.

“I lavoratori sono stanchi ed esasperati”, scrivono in una nota i sindacati, sottolineando quanto possa essere difficile prendersi cura delle persone che hanno più bisogno con l’incertezza di portare a casa lo stipendio e ricordando come nella struttura lavorano soprattutto donne, madri di famiglia, spesso monoreddito.

“Chiediamo alla Fondazione di pagare le retribuzioni ai dipendenti”, dicono i sindacati, “perchè a pagare non possono essere sempre i lavoratori, forse gli unici, che hanno sempre fatto il loro dovere”.