“Con questa operazione – fa sapere il partito – si realizza in realtà un danno per la parte pubblica (Cirsu) a vantaggio di una società mista, cioè Sogesa”. Le quote di quest’ultima sono possedute per il 51 per cento dallo stesso consorzio pubblico, mentre il restante 49 per cento è nelle mani dell’Abruzzo Igiene Ambientale, controllata a sua volta per il 61 per cento circa dalla Deco Spa.
“Perchè i comuni dovrebbero cedere ad una società mista una discarica il cui valore di mercato è di circa 60 milioni di euro, e con lo sviluppo dell’invaso fino ad un milione di tonnellate la cifra è di circa 120 milioni?”, chiede il partito.
Se la discarica tornasse in capo al Cirsu, viene fatto notare, questa potrebbe permettere di “risolvere i problemi economici e tornare come in passato a concentrarsi sul miglioramento continuo dei servizi resi ai comuni, a Sogesa e ai suoi dipendenti di lavorare serenamente con la garanzia di un Cirsu solido e ai cittadini di pagare una Tarsu equa non determinata dalle politiche speculative del mercato”.
“La politica e le amministrazioni locali devono riacquistare autorevolezza e capacità di assumersi le responsabilità di scelte difficile ma obbligatorie – conclude – in quanto secondo noi in questo caso gli interessi della parte privata in Sogesa, cioè Di Zio, sono andati a prevaricare molto su quelli della parte pubblica”.
Alessandro Consalvi