Fallimento Cirsu, la preoccupazione del sindaco Diego Di Bonaventura

cirsuIl sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura pronto a firmare l’ordinanza di chiusura degli impianti del Cirsu per una questione di igiene. La sentenza di fallimento emessa dal tribunale di Teramo lo scorso 10 settembre, ha di fatto rallentato ogni operazione per quanto riguarda la lavorazione, il recupero e la trasformazione dei rifiuti.

Capannoni stracolmi di pattume, silos ormai al limite massimo della capienza, cattivo odore che si avverte non solo a ridosso degli impianti di Grasciano, ma anche nei centri abitati più vicini, a seconda di come soffia il vento. La struttura consortile ricade nel territorio di Notaresco e il primo cittadino è preoccupato per la situazione che si è venuta a determinare.

Ne ha già parlato con gli altri sindaci dell’area Cirsu, manifestando la volontà di adottare il provvedimento cioè di firmare l’ordinanza di chiusura. Un primo passo è stato già compiuto. Ha chiesto agli organi competenti, in questo caso ai tre curatori fallimentari, di fare in modo che capannoni e silos vengano svuotati. Di Bonaventura teme risvolti di natura igienica e sanitaria.

Ha chiesto nel frattempo anche un intervento dell’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, per verificare lo stato delle cose proprio sotto il profilo igienico-ambientale. E a giorni arriveranno le risposte dopo i recenti controlli.

Intanto i legali del consorzio stanno per depositare il ricorso per impugnare in appello la sentenza di fallimento, procedura avviata dalla Deco Spa di Rodolfo Di Zio, il re dei rifiuti in Abruzzo, che vanta un credito nei confronti di Cirsu di 2milioni e 250mila euro. Il consorzio sarebbe solvibile, anche in virtù di crediti maturati con la gestione di parte degli impianti dal CSA dell’Aquila. Ma la scelta fatta è stata quella di non pagare Di Zio. Con le conseguenze che ora tutti conoscono.

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