Quasi un mese e mezzo di inattività per via del fermo biologico. Ma da domenica, superata la mezzanotte, le imbarcazioni della flottiglia dello strascico del porto di Giulianova hanno potuto riprendere il largo e calare di nuovo le reti.
In mattinata la prima asta elettronica del pesce catturato dalle 8 imbarcazioni giuliesi che hanno immesso sui nastri un prodotto di assoluta qualità, subito acquistato da ristoratori, pescherei e pescivendoli. E’ stato il trionfo delle triglie, i “baffoni” di settembre come viene chiamato in questo periodo tale prodotto ittico, ottimo per le grigliate.
Perché se ne trova in quantità interessanti e a prezzi molto accessibili che consentono alle massaie di preparare piatti economici con pesce dalle carni prelibate. Il mercato, nonostante le condizioni meteomarine non siano state delle migliori in questi ultimi due giorni, ha offerto prodotti di qualità. Seppie, calamari, merluzzi, mazzoline, mazzancolle, panocchie, sogliole del medio Adriatico hanno richiamato l’attenzione dei consumatori che si sono precipitati ad acquistarne per il pranzo o la cena a casa.
Prezzi vantaggiosi sicuramente per le triglie. Quelle di media taglia al dettaglio hanno avuto un prezzo di 5 euro al chilo, a fronte dei 45 o persino 55 euro al chilo per gli scamponi. Non è mancato il pesce azzurro, altro prodotto a buon mercato e salutare come hanno più volte ribadito gli esperti di nutrizione.
Ma la marineria locale deve fare i conti con costi di gestione sempre più alti, contro un guadagno che negli ultimi 10 anni si è assottigliato sempre più. E per di più il divieto di pesca nella Fossa di Pomo riduce ulteriormente le possibilità di far registrare dei pescati interessanti. Gli armatori chiedono che i prezzi vengano calmierati, evitando quindi le speculazioni dei grossisti, e che il Governo centrale garantisca sgravi fiscali. Altrimenti la categoria è destinata a morire.