Sotto la lente di ingrandimento lo stato patrimoniale del consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani che, stando ad alcune indiscrezioni, sarebbe solvibile nei confronti della Deco Spa di Rodolfo Di Zio che vanta un credito di circa 2milioni e 250mila euro. Somma dovuta per via della compartecipazione di Di Zio in Sogesa, la società considerata il braccio operativo del Cirsu stesso fallita 3 anni fa.
Cirsu sarebbe dunque solvibile, pertanto il fallimento potrebbe ancora essere evitato se in appello verrà accolto il ricorso che i legali depositeranno a breve. Ma il vero problema è legato alla liquidità. Il Cirsu deve incassare soldi dal CSA, il consorzio aquilano che ha in gestione una parte degli impianti. Soldi che però ancora non sono in cassa.
E si parla di cifre interessanti che andrebbero a coprire il debito con Di Zio. Insomma Cirsu avrebbe potuto pagare la Deco, ma non lo ha fatto. Perché? La risposta l’ha data lo stesso presidente del consorzio Angelo Di Matteo: a suo dire è Cirsu che vanta crediti nei confronti della Deco. Sta di fatto, però, che il tribunale ha dato ragione al re dei rifiuti in Abruzzo. Almeno per il momento. In attesa che in appello venga discusso il ricorso che gli avvocati del consorzio stanno per completare.
Due dovrebbero essere i punti di forza: il primo riguarda proprio la solvibilità di Cirsu, il secondo è che l’impianto di Grasciano è assolutamente operativo. Mentre nella sentenza del 10 settembre si parla di inattività della struttura. Anzi, gli stessi curatori in questi giorni hanno potuto verificare l’operatività della nuova fabbrica di materiali.
C’è un altro aspetto che dovrebbe essere considerato nel ricorso: il fatto che Cirsu vanterebbe crediti con Di Zio. Prima del 15 dicembre, data entro la quale i curatori dovranno consegnare al giudice lo stato patrimoniale, creditizio e debitorio del Cirsu, si discuterà del ricorso in appello contro la sentenza di fallimento.