Notaresco. Venti pagine di sentenza sul fallimento del Cirsu, il consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani, decretato dalla sezione fallimentare del Tribunale di Teramo, al termine della riunione del collegio composto dal presidente Giansaverio Cappa e dai giudici Giovanni Cirillo e Mauro Pacifico.
A pagina 13 il tribunale definisce il Cirsu “attualmente una società inattiva, perché inattiva è anche la società che svolge per suo conto (CSA, ndr) il servizio di trattamento rifiuti per la provincia di Teramo, dal momento che la precedente discarica è ormai esaurita, la nuova è ancora in fase di realizzazione, sicché non vi è in realtà nulla da gestire”. Un passaggio che ha lasciato perplessi il presidente del Cirsu Angelo Di Matteo e i sei sindaci dei Comuni consortili (Giulianova, Roseto, Notaresco, Morro D’Oro, Mosciano e Bellante) che si si sono immediatamente riuniti per fare il punto della situazione a poche ore dalla sentenza e per decidere il da farsi. Ed è proprio su quel passaggio in cui si dice che il Cirsu è inattivo che si baserà il ricorso che il Cirsu presenterà entro 30 giorni per impugnare la sentenza. Il presidente Di Matteo, che ha appreso la notizia dalla stampa, non ha voluto rilasciare alcun commento.
Ma a parlare ci hanno pensato i rappresentanti dei sei Comuni soci, a cominciare dal sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro. “Non discutiamo affatto la sentenza”, ha sottolineato il primo cittadino giuliese, “la cosa però ci ha sorpreso non poco. Adesso chiaramente il consorzio procederà con i suoi legali per perseguire tutte le strade possibili, impugnando la sentenza e fare in modo che non vi sia alcun blocco delle attività. Perché a Grasciano vi è un’attività operativa che viene portata avanti dalla struttura”.
Il tribunale ha proceduto alla nomina di tre curatori fallimentari (Gabriele Bottini, Eda Silvestrini e Carlo Arfè) e ha fissato l’udienza per la verifica dello stato passivo al 15 dicembre prossimo. La procedura fallimentare era stata richiesta dalla Deco spa di Rodolfo Di Zio che vanta un credito nei confronti di Cirsu di 2milioni e 250mila euro. Il Consorzio avrebbe potuto pagare ma il consiglio di amministrazione ha sempre ritenuto che fosse Deco a dover versare delle somme, dopo il fallimento di Sogesa. Intanto il compito dei curatori fallimentari sarà innanzitutto quello di garantire la continuità del servizio per impedire che vi sia una interruzione e per evitare che i rifiuti restino in strada.
Ipotesi scongiurata dallo stesso Di Matteo in quanto si verrebbe altrimenti a creare un problema d’igiene non di poco conto. Al consorzio (verrà fatta richiesta in tal senso dai Comuni soci alla curatela fallimentare) dovrebbe quindi essere garantito l’esercizio provvisorio in attesa che ci sia un pronunciamento sull’impugnazione della sentenza di fallimento. Cirsu, sarebbe solvibile, inoltre il piano di rilancio e di sviluppo tecnologico è operativo già da qualche mese. Non si capisce dunque perché nella sentenza si parli di inattività. Una sentenza che peraltro arriva all’indomani dell’esaurimento della vecchia discarica e in attesa dell’apertura del nuovo invaso, quello di “Grasciano 2”.