“Ci sentiamo agli ultimi gradini della società, dopo profughi e animali”. E’ un commento amaro quello del presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus, Dario Verzulli, che questa mattina ha voluto esprimere tutta la propria disillusione nei confronti dell’amministrazione teramana dopo il pasticcio della delibera comunale che di fatto taglia in maniera lineare il servizio di assistenza ai disabili.
“Errori ed orrori”, ha detto Verzulli che testimoniano l’innegabile superficialità con la quale dapprima le scelte politiche e poi gli uffici comunali hanno agito, senza tener conto delle conseguenze causate a coloro che rappresentano la fascia più sensibile della cittadinanza. Sbagli grossolani, di metodo e di sostanza. Ma a pagare, come sempre, sono i disabili e le loro famiglie che, dopo aver attesto invano 35 giorni per quelle modifiche risolutive promesse dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, tornano a chiedere l’annullamento della delibera e l’istituzione di un tavolo permanente per il sociale.
“Purtroppo i segnali sperati non arrivano”, ha detto Verzilli, dando voce anche a tutti coloro che aderiscono al movimento spontaneo “#iostoconidisabili” nato nelle ultime settimane, “le informazioni mancano e per noi non c’è più tempo da perdere. La politica e l’amministrazione stessa hanno adottato un atteggiamento sornione, ma ora abbiamo bisogno di avere un atto chiaro ed immediato, che per noi significa soltanto sospensione della delibera”.
Per il presidente dell’associazione, infatti, la graduatoria elaborata dal Comune di Teramo risulta falsata ed infarcita di errori con, ad esempio, famiglie rinunciatarie che in realtà non hanno mai chiesto la rinuncia del servizio, criteri di valutazione scritti in un modo e applicati in un altro, dati sbagliati e conteggi non coerenti. Senza contare l’assurdità del reddito Isee che ha una soglia troppo bassa e necessita di un ampliamento e di una crescita progressiva. Uno scenario che rasenta la follia se si tiene conto che, per alcune persone che non hanno autonomia, di punto in bianco è stato “razionalizzato” il servizio, con la riduzione del 75% delle ore di assistenza.
“Dopo tanta evidenza” continua Verzilli, “chiediamo all’amministrazione di fare un passo indietro, sospendendo la delibera e posticipandola a gennaio in modo da avere tempo e modo per studiarla al meglio. E nel frattempo chiediamo che le cose tornino a com’erano prima perchè, se anche c’erano dei correttivi da fare, almeno il servizio c’era, mentre ora le famiglie si ritrovano da sole ad affrontare, con tutto il peso sulle loro spalle, la gestione di un disabile”.
Famiglie che, come ribadisce Verzulli, sono disposte a pagare la propria parte per la compartecipazione ma in maniera corretta, con la certezza che quanto da loro dovuto vada davvero redistribuito nel settore sociale. Anche perchè, adottando i criteri di questa delibera, la compartecipazione delle famiglie inciderebbe per meno del 10% , quando invece, se usata con efficacia, potrebbe arrivare al 30%.
E per sensibilizzare la cittadinanza a questa problematica, l’associazione ha lanciato l’iniziativa “Rinuncia ad un caffè”, in programma venerdì prossimo alle 17 in Piazza Orsini, in concomitanza con il tavolo tecnico comunale, alla quale ha già annunciato tutto il proprio appoggio anche il gruppo degli ultras del Teramo calcio. Durante il pomeriggio, infatti sarà chiesto ai cittadini di partecipare con un piccolo contributo alla raccolta fondi per sostenere le spese delle famiglie dei disabili che vorranno ricorrere al Tar contro le scelte dell’amministrazione.
E la politica? Per adesso il Pd tace
Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti anche alcuni consiglieri comunali del Pd che, invitati ad esprimere la propria opinione sulle notizie e sui dati presentati dall’associazione, non hanno mostrato alcuna presa di distanza netta da quanto fatto dall’attuale amministrazione, sebbene abbiano riaffermato la necessità di agire subito.
“Bisognerebbe quanto meno chiedere scusa e dimettersi” hanno solo sussurrato i consiglieri di opposizione, Maurizio Verna e Francesca Di Timoteo, ribadendo la volontà di aspettare di vedere cosa accade domani al tavolo tecnico e di non volersi contrapporre alle scelte dell’amministrazione, preferendo la strada del dialogo.