Giulianova. Ricordate il caso dell’edificio di via Gramsci, in corso di realizzazione dopo l’abbattimento di una pre-esistente palazzina di fine 1800? Il caso balzò agli onori della cronaca per le esternazioni del sindaco di Giulianova, che pubblicamente criticò il progetto, a suo dire troppo “moderno” per il contesto.
Seguì un vivace dibattito e, nel frattempo, il vecchio edificio venne demolito mentre il cantiere del nuovo, seminascosto dalle impalcature, non faceva vedere come sarebbe stato l’edificio “incriminato”. Da qualche giorno è possibile vedere la palazzina quasi ultimata; leggermente diversa dal rendering presente sul tabellone (per qualche particolare), ha già acceso la polemica sui social network tra chi la considera un “pugno nell’occhio” e chi invece apprezza un’architettura contemporanea.
In attesa di conoscere la’opinione del primo cittadino, che sicuramente non mancherà di commentare l’opera, facciamo notare che, in pieno centro storico, si continua, grazie anche ad un piano di recupero obsoleto e ad un piano del colore inesistente, ad operare su strutture di pregio storico ed architettonico, e sugli spazi urbani, in maniera discutibile, approvando improponibili aggiunte in stile neolitico, colorazioni pastello, eliminazione di intonaci e decorazioni, ristrutturazioni in stili fantasy.
Prima di criticare opere al di fuori di un ambito che dovrebbe essere tutelato (l’impianto urbanistico del centro storico Giuliese si fa, addirittura, risalire al senese Francesco Di Giorgio Martini, famoso, nel XV secolo, tra l’altro, come architetto di Federico di Montefeltro), forse si dovrebbe avere più cura e attenzione per la conservazione di un centro storico sempre più abbandonato e degradato.