Teramo. “Il nostro verde pubblico, sia in ambito urbano che extraurbano, non gode di buona salute. Eventi atmosferici estremi, malattie e parassiti (punteruolo rosso delle palme; afide del cipresso; cinipide del castagno, ecc.), ma soprattutto l’incuria e l’incompetenza umane, stanno portando alla scomparsa di alberi e arbusti nelle nostre città e lungo le nostre strade”.
Lo hanno ricordato Il Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Teramo, Gabriele Rizzo, e il Presidente Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Teramo, Giustino Vallese, precisando che “nonostante una legge nazionale – Legge 14 gennaio 2013, n. 10, Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani – sottolinei l’importanza degli spazi verdi, ricordando gli obblighi delle diverse amministrazioni, e una recente legge regionale – L.R. 4 gennaio 2014, n. 3, Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo – imponga ai Comuni di individuare gli alberi e le formazioni arboree monumentali nell’ambito dei propri territori (la Regione si era impegnata, entro giugno 2014, di elaborare uno schema di ‘Regolamento comunale per la gestione e la tutela del verde urbano’ nel quale fossero contenute disposizioni per la tutela, la valorizzazione e la gestione del verde urbano, cosa non ancora avvenuta), ad oggi la gestione e la cura del verde vengono visti più come un fastidio che come un’opportunità. La totale assenza di una cultura della gestione del verde, intesa come servizio pubblico (vedasi Deliberazione n. 6/2015 del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, organismo del Ministero dell’Ambiente), porta i Comuni ad affidare la cura e la manutenzione di quello che è un vero e
proprio patrimonio della collettività, a soggetti non qualificati, con azioni, quali potature inutili se non addirittura dannose, impianti di essenze non idonee, assenza di programmazione negli interventi, ecc., con grave danno per i singoli esemplari, per gli spazi verdi e per il paesaggio e l’ambiente”.
I presidenti dei due ordini hanno ricordato quali sono le funzioni del verde urbano, ad oggi riconosciute e dimostrate su basi scientifiche:
A) Mitigazione dell’inquinamento atmosferico e acustico:
– Attenuazione delle variazioni microclimatiche (temperatura, umidità, ventosità);
– Depurazione dell’aria;
– Produzione di ossigeno;
– Attenuazione dei rumori;
– Azione antisettica;
– Riduzione di inquinanti nell’atmosfera: monossido di carbonio, cloro, fluoro, ossidi di azoto,
ozono, PAN (acidi nitriloperacetici), anidride solforosa, ammoniaca, piombo;
B) Difesa del suolo:
– Riduzione della superficie impermeabilizzata;
– Recupero dei terreni marginali e dismessi;
– Riduzione dei tempi di corrivazione ed effetto di regolazione sullo smaltimento delle piogge;
– Depurazione idrica;
– Consolidamento delle sponde fluviali e dei versanti franosi;
C) Sostegno alla biodiversità:
– Conservazione della biodiversità;
– Incremento della biodiversità;
– Creazione corridoio ecologici anche in ambito urbano;
D) Miglioramento dell’estetica ed immagine della città e del paesaggio in generale;
E) Sviluppo delle funzioni ricreative e sportive libere in spazi non strutturati;
F) Sviluppo della didattica naturalistica e della cultura storico-sociale ed ambientale.
Gli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali e degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Teramo, nel lanciare l’allarme per l’ultimo, in ordine cronologico, pericolo, costituito da un’infestazione di afide del cipresso (Cinara cupressi) che minaccia le alberate stradali della nostra Provincia, (provocandone il deperimento progressivo fino ad un’inevitabile morte e al relativo rischio crollo degli esemplari coinvolti), rivolge un appello a tutte le amministrazioni competenti, Comuni in primis, affinché pongano in atto tutte le azioni necessarie a conservare e implementare il patrimonio verde delle nostre città.
“Si evidenzia che la vegetazione, in ogni sua manifestazione, nei secoli è sempre stata elemento essenziale per la conservazione della biodiversità e per creare un ambiente di vita salubre e piacevole. È pertanto indispensabile: rispettarla come elemento di identità del territorio locale e come fattore determinante per la qualità della vita degli abitanti; conoscerla, censirla e monitorarla nel suo sviluppo; considerarla nelle scelte di trasformazione territoriale come elemento irrinunciabile per il paesaggio urbano; mantenerla quanto più possibile integra; incrementarla nel rispetto delle specie che caratterizzano il contesto locale siano esse autoctone o naturalizzate; curarla con le migliori tecniche fitosanitarie disponibili, affidandosi a professionisti competenti. Le nostre città e i nostri territori, senza il verde, sono spazi morti. Occorre che ognuno faccia, da subito, la sua parte”, concludono Rizzo e Vallese.