Roseto. Prima le mobule, poi il pesce luna, qualche pesce balestra ed ora il pesce civetta. Non è più una cosa rara imbattersi, mentre si fa il bagno in mare a pochi metri dalla riva con pesci che dovrebbero in realtà nuotare a profondità ben diverse e in acque più aperte. Tra Cologna Spiaggia e Silvi Marina, passando per Roseto e Pineto nelle ultime due settimane ci sono stati avvistamenti anomali.
La mobula, una razza del tutto simile ad una manta e che appartiene alla famiglia delle razze, è stata trovata spiaggiata a Cologna dopo che la sera precedente era stata notata “volare” in acqua piuttosto bassa dinanzi ad uno stabilimento balneare a Roseto. Qualche giorno dopo un’altra mobula aveva spaventato due turisti svizzeri che intorno alle 7 del mattino se la sono vista aggirarsi in prossimità della riva, mentre stavano camminando in acqua. E l‘ultimo avvistamento appena tre giorni fa, di nuovo a Roseto.
La mobula viene chiamata anche diavolo di mare in quanto compie delle evoluzioni straordinarie, sia in acqua, sia fuori. Furono i pescatori a ribattezzarla così quando la videro uscire dalla superficie del mare volando. E con le pinne cefalee, davano l’impressione di essere un diavolo perché viste di fronte quelle stesse pinne assomigliavano in tutto e per tutto a delle corna.
Non è raro imbattersi in un pesce balestra, animale che vive prevalentemente a ridosso delle barriere coralline ma che in Adriatico è diventato così di casa che i pescatori se li ritrovano anche nelle nasse e nelle reti. Di sicuro è raro vedere un pesce luna. Ma a Silvi un paio di mesi fa è accaduto anche questo. Nella Riserva del Borsacchio, tra le scogliere sommerse, i pescatori subacquei e gli appassionati di snorkeling si sono imbattuti anche con un banco di piccoli barracuda.
Mentre è di ieri la notizia secondo cui un paio di turisti a Pineto hanno fatto la conoscenza con un pesce civetta che si aggirava sul fondale, a pochi centimetri d’acqua, con le sue pinne laterali aperte e colorate. Notarlo da queste parti è inusuale visto che è più facile incontrarlo in zone rocciose o sabbiose ma a profondità più importanti, ad almeno 10 metri. E’ la conferma comunque che l’Adriatico si sta surriscaldando e secondo gli esperti la variazione rispetto al passato oscilla tra i 3 e i 5 gradi in più. Una situazione che facilita la proliferazione di specie alloctone e che iniziano a trovare il loro habitat naturale per la tropicalizzazione dell’Adriatico.