Tortoreto. E’ stata aperta un’inchiesta (in realtà due, una amministrativa e un’altra penale), affidata al magistrato Andrea De Feis, per stabilire le cause dell’incendio avvenuto nel pomeriggio di ieri a largo di Tortoreto sulla yacht di bandiera maltese Larissa che da Ancona si dirigeva a Pescara.
Le otto persone a bordo, un inglese, l’armatore russo con passaporto canadese e i sei ciprioti (due minorenni), sono ancora ospiti di un albergo a Tortoreto senza documenti, andati perduti nel rogo. Nella giornata di domani saranno nuovamente interrogati per stabilire con esattezza cosa stesse succedendo sulla Larissa prima che divampasse l’incendio. Secondo una prima ricostruzione le fiamme sarebbero state causate da un motore per cause ancora da accertare. Un’incidente o un comportamento maldestro? Al momento la prima ipotesi sembra più accredita ma gli inquirenti non sembrano scartare nessuna opzione. Nessuno però è iscritto sul registro degli indagati.
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Da ieri sera sul posto è attiva la motovedetta della Guardia Costiera giuliese, Monterosa, per scongiurare l’inquinamento del mare. L’area in cui è affondato lo yacht, durante le operazione di spegnimento dell’incendio, è stata circoscritta con dei pannelli galleggianti utilizzati per evitare la diffusione di olio e gasolio. Da questa mattina i sommozzatori della Croce Rossa, in collaborazione con la Guardia Costiera coordinata dal Comandante Pezzuto, stanno ispezionando i fondali e il relitto incendiato per capire se contiene ancora olio e gasolio e la quantità fuoriuscita in mare.
Sempre la Guardia Costiera sta già predisponendo il piano per il recupero dell’imbarcazione, che non avverrà in tempi brevissimi e sarà molto probabilmente lo stesso armatore russo ad occuparsene.