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Teramo, i ragazzi della Est invadono la piazza del Municipio

Teramo. Al grido di “Giù le mani dal Comunale”, “Decidiamo noi”, “Il Comunale resta là perché sta là”, “Vergogna”, “Noi siamo senza padroni”, circa duecento persone hanno risposto all’appello dei ragazzi della Est e si sono radunati davanti al Palazzo del Municipio in piazza Orsini.

“A noi del teatro non interessa nulla, non siamo gli anti-teatro” hanno detto nel corso del dibattito “siamo solo contro l’abbattimento dello stadio. Nel frattempo, non siamo rimasti con le mani in mano, ma abbiamo addirittura cercato delle alternative. E abbiamo trovato dodici siti, di cui sette nell’area del centro storico”.

Tra questi, l’ex manicomio, i parcheggi San Francesco e San Gabriele, un palazzo su corso Porta Romana di proprietà della Provincia e ormai inutilizzato, l’ex Villeroy ed il mercato coperto.

“Gli spazi per il teatro ci sono” continuano “ma tanto a loro interessa solo riempirsi la bocca della parola teatro. Dietro si nascondono esclusivamente interessi privati ed economici, ma un bene pubblico non può essere sfruttato per interessi privati”.

Dal banchetto piazzato davanti al portone del Comune, i promotori del referendum non risparmiano nulla a nessuno.

Brucchi non decide niente, è la gente che decide. Ci siamo sbattuti per questo referendum e vogliamo che venga indetto nel più breve tempo possibile. Abbiamo 5mila firme nelle nostre mani, non c’è altro da aggiungere. Noi non siamo dei romantici, ciò che ci spinge a fare tutto questo non è solo il cuore. Abbiamo un cervello per capire che lo stadio è un bene pubblico e vogliamo che resti lì, fruibile per tutti. In città hanno già fatto troppi scempi. E poi quell’area, a suo tempo, è stata donata da un privato proprio per fare lo stadio. Dove sta scritto che a distanza di anni arriva Brucchi o chiunque altro sia e cambia tutto? La battaglia è ancora aperta e fino a quando non arrivano le ruspe noi continuiamo a lottare. Siamo noi i teramani e siamo noi a decidere”.

E proprio al sindaco Maurizio Brucchi i ragazzi della Est rivolgono l’ultimo invito.

Lo invitiamo a bandire questo referendum e a bloccare la gara d’appalto. Se non la fa, viene meno la democrazia. Vogliamo essere noi a decidere”.

Marina Serra