Che fine fanno i minori stranieri che si ricongiungono alle famiglie una volta arrivati in Italia? Si integrano e frequentano la scuola? Svolgono attività sportive come i loro coetanei? La Prefettura di Teramo si è posta queste domande e ha realizzato, in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale, un progetto finanziato dai bandi europei chiamato “Tutti a scuola”, i cui risultati sono stati presentato ieri durante il convegno finale svolto nella sala convegni del Liceo Delfico di Teramo.
E i dati non sono confortanti visto che, dalle informazioni raccolte dallo Sportello unico per l’immigrazione della Prefettura, nella provincia di Teramo è emersa una grande “zona grigia” fatta di minori che arrivano sul territorio attraverso la procedura di ricongiungimento familiare ma di cui poi si perdono le tracce, non essendo inseriti nella vita scolastica né tanto meno risultano iscritti agli uffici anagrafe dei vari Comuni. Lo studio, che ha preso in esame gli anni che vanno dal 2012 al 2014, evidenza come siano stati 349 i minori ricongiunti nel triennio analizzato, ma di essi solo 93 risultano essere stati iscritti a scuola. Spesso, infatti, nonostante le pratiche di ricongiungimento, le famiglie preferiscono rimandare i figli nel paese di origine per fargli terminare lì gli studi. I paesi maggiormente rappresentati sono la Cina (44%), seguiti da Marocco, Kosovo, Albania e India, per un totale di 28 nazionalità. Per il 50% di essi circa, che ha già superato l’età dell’obbligo, spesso si perdono le tracce visto che nella maggior parte dei casi non risulta esserci nessuna iscrizione all’anagrafe, mentre per i più piccoli, l’iscrizione a scuola risulta essere l’unica certezza che si ha della loro presenza nel teramano. E lo sport riveste un ruolo fondamentale come elemento aggregante visto che, attraverso le attività ludico-sportive è più facile consentire l’integrazione sociale e culturale soprattutto dei più piccoli.
“Per la prima volta abbiamo potuto conoscere la situazione dei minori stranieri nella nostra provincia”, ha detto il Prefetto Valter Crudo che ha ribadito l’importanza della piena integrazione, soprattutto in un momento come questo nel quale l’Italia è chiamata a compiere uno sforzo superiore di accoglienza. “L’unico processo che ci può portare ad una crescita anche culturale è la conoscenza, per questo riteniamo che quello compiuto finora sia stato solo un primo passo, un punto di partenza su cui occorre lavorare”.
“I dati non sono certo stati incoraggianti”, ha commentato Ilaria Graziano della Fondazione Mondo Digitale, “ma ci consentono di avere una base da cui partire per portare avanti un discorso che possa davvero essere calibrato sulle necessità delle famiglie straniere. Un ringraziamento speciale va a tutto il personale dello Sportello per l’immigrazione della Prefettura di Teramo che con competenza e sensibilità ha saputo operare in questi anni e alla equipe multidisciplinare che ha saputo leggere e apportare, secondo le proprie competenze specifiche, le necessarie indicazioni per poter tracciare al meglio la fotografia della situazione attuale in provincia di Teramo”.