Lentamente e con l’aiuto anche di altre imbarcazioni e l’ausilio della Guardia Costiera il natante, di medio tonnellaggio e adibito alla pesca del pesce azzurro, è riuscito a liberarsi e ad ormeggiare.
In alcuni punti la profondità del bacino portuale giuliese è inferiore ai due metri, creando disagi e difficoltà durante le manovre di ingresso e uscita dal porto. Già nei giorni scorsi c’erano stati dei problemi simili, di imbarcazioni che “accarezzavano” il fondale durante la lenta navigazione nel porto.
I comandanti dei pescherecci ormai conoscono bene la rotta interna da seguire, perché lungo questo tragitto con la continua navigazione delle barche si è creato sul fondale una sorta di solco che aumenta la profondità migliorando quindi il pescaggio dei natanti. Il problema è stato segnalato già all’Ente Porto.
Operazioni di dragaggio non sono per adesso possibili anche perché la procedura richiede un particolare iter relativamente allo smaltimento dei fanghi. L’unica soluzione è attendere la realizzazione dei lavori per la sistemazione dei moli.
Il progetto prevede la convergenza dei due bracci per modificare l’imboccatura, avere una maggiore protezione dalle correnti da nord e da grecale che sono poi quelle che maggiormente determinano il fenomeno dell’insabbiamento. Secondo il presidente dell’Ente Paolo Vasanella in autunno inizieranno i primi interventi. Nel frattempo, però, le imbarcazioni, quelle di maggiore stazza, dovranno continuare a prestare sempre più attenzione per evitare di essere “bloccate” dall’insabbiamento.